Sono stati inseriti testi di autori che hanno usato il dialetto e le lingue intrecciate con delle forme propriamente etniche e simboliche nella costruzione della stessa koinè. Uno scavo nella antropologia della parola per dare un significato ai legami della comunicazione. D’altronde il tema centrale della Settimana della Cultura nel Mondo di quest’anno rispecchia proprio un percorso che riguarda: “L’Italiano nella musica, la musica nell’italiano”. “Chiaramente, dichiara Pierfranco Bruni, curatore del Progetto ed esperto di culture del Mediterraneo e del mondo etno - antropologico, c’è un interesse particolare nel rapporto tra la tradizione del linguaggio della canzone, che attraversa la poesia, e la poesia che ha, nel suo interno, il ritmo, la musicalità, la cromaticità delle parole. Ci sono, comunque, altri elementi, sottolinea Bruni, come il recupero etnico del linguaggio come nel caso di Fabrizio De André, che occupa lo scenario con il suo vocabolario mediterraneo e anche Pino Daniele, che pone al centro della sua ricerca la parola come lingua di una profonda espressione umana, ma c’è, altresì, il valore aggiunto del dialogare tra il dialetto e la purezza della lingua come nei testi di Franco Califano”. “Infatti, cesella Pierfranco Bruni, in Califano la tela del linguaggio è formata dalla lingua italiana e dalla lingua romana se si vogliono intendere i dialetti come lingua, e su questo il dibattito è molto articolato e abbastanza aperto e non bisognerebbe porre alcuna chiusura”. “Si pensi, continua Bruni, al De André che usa il genovese, il sardo, il napoletano non come modelli complementari ma interattivi della sua ricerca. O a Califano che accomuna il parlato quotidiano con la parola recitata. Si tratta, comunque, di uno studio che è partito da molto lontano e che sta offrendo risultati notevoli sia sul piano delle conoscenze sia su quello delle comparazioni storico – linguistiche - letterarie”. La Cartella si apre a ventaglio partendo dal testo di Domenico Modugno e annovera autori, non viventi, sino a Mia Martini e a Rino Gaetano e alla malinconia mediterraneità di Giuni Russo. Ma raccoglie anche delle schede tematiche ben definite su Luigi Tenco, Franco Califano, Mia Martini e Fabrizio De André. Sono autori sui quali Pierfranco Bruni ha dedicato numerosi saggi e libri (Il de André del cantico mediterraneo o il Califano delle etnie) nei quali la presenza dello scavo etno - antropologico è abbastanza presente. La ricerca rientra nel Progetto che Pierfranco Bruni cura per il Mibact. La Cartella si compone di 11 schede.
Sono stati inseriti testi di autori che hanno usato il dialetto e le lingue intrecciate con delle forme propriamente etniche e simboliche nella costruzione della stessa koinè. Uno scavo nella antropologia della parola per dare un significato ai legami della comunicazione. D’altronde il tema centrale della Settimana della Cultura nel Mondo di quest’anno rispecchia proprio un percorso che riguarda: “L’Italiano nella musica, la musica nell’italiano”. “Chiaramente, dichiara Pierfranco Bruni, curatore del Progetto ed esperto di culture del Mediterraneo e del mondo etno - antropologico, c’è un interesse particolare nel rapporto tra la tradizione del linguaggio della canzone, che attraversa la poesia, e la poesia che ha, nel suo interno, il ritmo, la musicalità, la cromaticità delle parole. Ci sono, comunque, altri elementi, sottolinea Bruni, come il recupero etnico del linguaggio come nel caso di Fabrizio De André, che occupa lo scenario con il suo vocabolario mediterraneo e anche Pino Daniele, che pone al centro della sua ricerca la parola come lingua di una profonda espressione umana, ma c’è, altresì, il valore aggiunto del dialogare tra il dialetto e la purezza della lingua come nei testi di Franco Califano”. “Infatti, cesella Pierfranco Bruni, in Califano la tela del linguaggio è formata dalla lingua italiana e dalla lingua romana se si vogliono intendere i dialetti come lingua, e su questo il dibattito è molto articolato e abbastanza aperto e non bisognerebbe porre alcuna chiusura”. “Si pensi, continua Bruni, al De André che usa il genovese, il sardo, il napoletano non come modelli complementari ma interattivi della sua ricerca. O a Califano che accomuna il parlato quotidiano con la parola recitata. Si tratta, comunque, di uno studio che è partito da molto lontano e che sta offrendo risultati notevoli sia sul piano delle conoscenze sia su quello delle comparazioni storico – linguistiche - letterarie”. La Cartella si apre a ventaglio partendo dal testo di Domenico Modugno e annovera autori, non viventi, sino a Mia Martini e a Rino Gaetano e alla malinconia mediterraneità di Giuni Russo. Ma raccoglie anche delle schede tematiche ben definite su Luigi Tenco, Franco Califano, Mia Martini e Fabrizio De André. Sono autori sui quali Pierfranco Bruni ha dedicato numerosi saggi e libri (Il de André del cantico mediterraneo o il Califano delle etnie) nei quali la presenza dello scavo etno - antropologico è abbastanza presente. La ricerca rientra nel Progetto che Pierfranco Bruni cura per il Mibact. La Cartella si compone di 11 schede.
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