Nella resistenza alla tensione e alla pressione la cicatrice è più forte della pelle.

Creato il 25 novembre 2015 da Skip

Per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne di quest’anno vi racconto una storia come tante altre, solo che è più recente e conosciuta direttamente. È la storia della mamma di S., di una donna di circa 30 anni. Un giorno venne a prendere la figlia di sette anni, mezz’ora  prima della fine delle lezioni. Aveva  fretta di andare via e stringeva una borsa della spesa. Passò poi a prendere il figlio più piccolo alla  scuola materna. Il giorno dopo arrivò a scuola il marito furibondo a chiedere notizie, ci disse che la moglie non era tornata a casa, forse era scappata con i due bambini. In verità in quella borsa della spesa c’erano pochi indumenti, i documenti,  quattro spiccioli e tanta disperazione. Quella donna è stata accolta in una struttura protetta, ne ha cambiate diverse, sempre in fuga da un uomo che ha setacciato la città “promettendo” a tutti che l’avrebbe trovata. Io e la collega  lo fronteggiammo  con un sorriso di circostanza e aggirammo le sue insistenti domande con risposte banalmente vuote.  Quell’uomo mi sembrava  poco  equilibrato e  infuriato, come un vulcano pronto a esplodere, in effetti a stento controllava la sua rabbia, in fondo aveva paura e cercava di crearsi alibi ripetendo, più a sé che a noi, che  “la moglie non aveva saputo tenerselo”.  Queste sono le mie impressioni perché  di fatto era un ceffo con precedenti penali, morboso con la figlia e violento con la moglie. Tutti sapevano nel suo condominio di otto piani, ma nessuno firmò mai la denuncia o accettò di testimoniare a favore della donna anche quando i vicini di casa la soccorsero e chiamarono l’ambulanza perché ferita alla testa da un’ascia. Sì, un’ascia, che di certo a lui non serviva per andare nei boschi. Solo allora lei sporse denuncia ma poi la ritirò perché ” io avrei sopportato ancora, lui è così, poi si pente, ma quando ha iniziato con i figli non ce l’ho più fatta”. Da qualche anno quell’uomo è in galera, nemmeno i suoi familiari possono più avvicinare quei bambini. Unico contatto con la donna è stato concesso a due persone, che hanno testimoniato e che hanno fatto da tramite per farle avere vestiti, libri e giochi per i bambini, solidarietà e qualche soldo.  Lei non aveva  parenti, né un lavoro, né amiche, solo i figli. Si è fidata di una donna ed è stata aiutata da tante altre donne, che ancora le sono vicine, anche a distanza. Oggi penso soprattutto a lei. 

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2015

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