Ieri, con quella bella giornata, niente di meglio che una gita a Sarentino. Gita è un po’ un eufemismo…diciamo una bella scarpinata, che è meglio.
E’ una delle zone che preferiamo, a poca distanza dalla città. La strada che una volta era stretta e tortuosa, è stata recentemente allargata e sono state costruite nuove gallerie, più ampie ed illuminate delle precedenti, per ovviare ai numerosi pericoli di frane.
Il paese di Sarentino (Sarnthein), capoluogo della valle, conta poco più di 6.000 abitanti, dove le tradizioni e lo stesso dialetto parlato dagli abitanti, a causa dell’isolamento, sono rimasti immutati da lungo tempo. Gli abitanti sono ancora dediti alla lavorazione del legno, indossano spesso i costumi tradizionali, tra i quali il rustico Sarner, giacchetta in lana grezza, i Lederhosen (pantaloni di cuoio) con gli alti cinturoni ricamati con i rachidi delle penne di pavone, davvero artistici ed i Trachten per le donne, ossia le ampie e lunghe gonne nere con i grembiuli di broccato e gli scialli di seta triangolari a fiori annodati sul petto.
Parcheggiata l’auto in paese, zaino in spalla, percorrendo il sentiero nr.2 siamo arrivati ai masi di Auen fino alla Sarner Hütte in poco meno di 2 ore. Si sale quindi fino all’Auenjoch, poi il sentiero prosegue poi attraverso i boschi fino ad arrivare alla nostra destinazione a circa 2000 metri di altezza… A differenza degli “Omeni” di Renon o di Segonzano, frutto dell’erosione, gli Stoanerne Mandlen sono opera dell’uomo.
Sassi accatastati l’uno sull’altro, fino a raggiungere in alcuni casi anche oltre due metri , forse costruiti da pastori o da viaggiatori di passaggio, chissà …una piccola Stonehenge locale, magari messa a guardia di chissà cosa, non per altro il nome italiano di queste formazioni è “Sentinelle”.Ma alcune fonti accreditano questi ammassi di rocce come opera delle streghe.
Del resto la val Sarentina ha qualcosa di magico. Nel vicino castel Regino (Reinegg) tra il 1450 ed il 1550 furono celebrati vari processi per stregoneria, con molte povere donne condannate al rogo, tra le quali la più nota fu una certa Pachler Zott che, sotto tortura, fu costretta a confessare di aver partecipato a riunioni sataniche e di aver volato sul dorso di un maiale, oltre ad altre nefandezze varie.
Dopo aver pranzato al sacco sotto una triplice croce che si vede in un foto precedente, eretta per preservare le vallate dai fulmini e dalla grandine ed aver ammirato lo stupendo panorama, il ritorno, in metà del tempo… giusto in tempo per la cena.