“Il mondo è mutato. Un tempo un viaggiatore, se aveva la volontà e conosceva qualche segreto, poteva avventurarsi con la barca nel Mare dell’Estate e giungere non già a Glastonbury dei monaci, ma all’Isola Sacra di Avalon; allora le porte tra i mondi fluttuavano con la nebbia e si aprivano al volere del viaggiatore. Perché questo è il grande segreto, noto a tutti gli uomini colti del nostro tempo: con il nostro pensiero, noi creiamo giorno per giorno il mondo che ci circonda.”
Marion Zimmer Bradley, Le nebbie di Avalon, pag. 7.
Se qualcuno ancora non aveva riconosciuto la frase che campeggia in alto a destra nel mio blog, ecco da dove proviene. Le nebbie di Avalon è stato uno dei primi romanzi fantasy che io abbia mai letto, ed è stato amore fin dal primo istante. Fin da quando ho visto la copertina con quella donna a cavallo che reggeva in mano una spada, e ho letto nella prima pagina la frase “con il nostro pensiero, noi creiamo giorno per giorno il mondo che ci circonda”.
La frase è bella, e valida, comunque, ma in questo contesto si tratta di un pensiero di tipo magico-religioso, con la fede in Cristo che soppianta le antiche credenze precristiane dei popoli britannici e rende inefficace la loro magia. Anche questo è uno dei topoi della fantasy: un dio, per avere potere, deve avere anche fedeli. Se la gente smette di credere in lui, o se i suoi fedeli vengono ammazzati, i poteri del dio si indeboliscono. Ed è questa l’apocalisse contro cui combatte Morgana, la fine delle sue credenze. Lei è fedele alla Dea, e non può accettare che un dio la soppianti.
Le nebbie di Avalon presentano una visione molto mistica e spirituale del ciclo arturiano, legata a una sensibilità di tipo femminile. In genere non penso che un libro sia più adatto a un uomo o a una donna, i gusti personali mal si adattano alle generalizzazioni, ma in questo caso si tratta di un romanzo più adatto alle lettrici che ai lettori. E, anche se non ci sono grandi scene di battaglia e tutti i contrasti sono giocati in modo più sottile, risolvendosi in duelli fra pochi personaggi, in intrighi o in confronti verbali, la fine di un certo modo di vedere il mondo è comunque incombente, e non priva di drammatiche conseguenze.
“Il mondo della Magia si allontana sempre di più dal mondo dove regna il Cristo” dice Morgana nel prologo, e questo allontanamento è di per sé, ai suoi occhi, una catastrofe.