Nelle paludi cajun...

Creato il 03 settembre 2010 da Omar
Agli inizi della sua carriera il bravo cineasta americano Walter Hill era con tutta evidenza ossessionato dallo schema dell’Anabasi di Senofonte. L'idea di un manipolo di uomini sperduti e braccati che lottano per trovare la salvezza è infatti alla base del suo successo più clamoroso, il mitico I Guerrieri della Notte (The Warriors, 1979), nonché - fatti i dovuti distinguo - dell'altrettanto famoso I cavalieri dalle lunghe ombre (Long Riders, 1980). Ma è soprattutto nella pellicola cronologicamente posta al centro di questi due capisaldi dell'action-drama che il saccheggio dal prestigioso modello si fa smaccato: in I guerrieri della palude silenziosa (volgare richiamo italiano al primo film di cassetta del regista, in realtà in originale il lungometraggio in questione si chiama Southern Comfort, come il noto liquore degli Stati Confederati) un gruppo di soldati dilettanti appartenente alla Guardia Nazionale (tra cui spiccano gli ottimi Keith Carradine, Powers Boothe e Fred Ward) è impegnato in una blanda esercitazione negli acquitrini della Louisiana, territorio della minoranza francofona cajun, una popolazione estremamente gelosa della propria privacy. Esaltati quanto inesperti e goffi, i soldati sparano (a salve) su un gruppo di cacciatori cajun, dando luogo ad una serie di equivoci che sfocerà da parte degli abitanti del luogo in una vera e propria caccia all'uomo all'ultimo sangue. La tranquilla scampagnata si trasforma così in un incubo alla Deliverance (da noi Un tranquillo weekend di paura, altro esempio di traduzione opinabile del titolo) e se in quel seminale film il tranquillo borghese americano medio scopriva la propria ferocia sopita, qui è un certo «rambismo» d'accatto ad essere messo in discussione. I soldati, messi alle strette dai cacciatori bifolchi (inquietanti i ritrovamenti degli scalpi, gli animali scuoiati, le capanne cadenti e fetide) cadono uno dopo l'altro nelle loro trappole, escogitate con un sadismo disarmante. Gli inseguitori non si vedono mai, sono ombre ingombranti, moleste, inarrestabili, presenze che finiscono per far riaffiorare nel gruppo di prede la pazzia e l'odio reciproco.Magistrali le inquadrature naturalistiche in cui gli scorci palustri, sommersi da un velo di acqua torbida da cui emergono radici e tronchi scamozzati, sono soffocati dai grovigli di vegetazione. Le inquadrature finali sono tesissime e ritmate, accompagnate da ossessive ballate folk che accompagnano scene di combattimento molto cruente. Chiude una incisiva sequenza che mostra un maiale squartato che sembra alludere al probabile destino dei superstiti. Brion James, già replicante in Blade Runner, è uno dei cajun cattivi. In sottofondo, mentre la tensione consuma i nervi del gruppo di protagonisti decimato, la chitarra struggente di Ry Cooder.

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