Nelson Mandela. Un Uomo, la Storia.

Creato il 19 giugno 2013 da Ilnazionale @ilNazionale

 16 GIUGNO - Nelson Mandela, novantaquattro anni, in bilico tra la vita e la morte. Ricoverato al MediClinic Heart Hospital di Pretoria da ormai più di una settimana per una recidiva infezione polmonare, la seconda nel giro di due mesi, pare aver manifestato un lieve miglioramento, secondo quanto testimoniato da uno dei suoi nipoti andati a trovarlo, Mandla Mandela, insieme alla moglie, le sue tre figlie e la sua ex moglie Winnie. Le sue condizioni di salute rimangono comunque gravi. Nel frattempo, di fronte alla sua casa di Johannesburg, si verifica un grosso pellegrinaggio di persone che pregano per la sua guarigione e insieme alle quali un gran numero di bambini cantano in suo onore. Il Sudafrica teme la perdita del suo primo Presidente di colore, che ha pagato con trent’anni di carcere la sua umana lotta politica e sociale contro l’apartheid.

Liberato dalla prigione nel 1990, Premio Nobel per la Pace nel 1993 insieme al suo predecessore Frederik Willem de Klerk, vincitore col suo partito dell’ANC,  African National Congress, delle prime elezioni politiche multiraziali del Sudafrica del 27 aprile 1994, rimasto in carica fino al 1999. Il partito dell’ANC da allora è ancora al governo dello Stato, attualmente sotto Jacob Zuma, anch’egli fiducioso nel lavoro dei medici e in una guarigione tanto attesa e sperata da parte di tutti quanti per il loro Presidente per antonomasia, Madiba, nomignolo col quale è noto a tutta la Comunità Mandela, ovvero il suo nome di clan Xhosa (la sua etnia di appartenenza). Tutt’oggi l’anniversario delle elezioni del 27 aprile viene celebrato come la Festa della Libertà per il Sudafrica.

Ultimo leader per eccellenza del movimento anti-apartheid, rimarrà il simbolo di una svolta storica. Colui che ha posto fine a tutto ciò che quella religione comportava. La divisione netta della popolazione bianca dalla popolazione nera nel Sudafrica, che si esprimeva in ogni forma di vita nelle città: i mezzi pubblici per i bianchi e quelli per i neri, i marciapiede per gli uni e quelli per gli altri, i quartieri bianchi, all’interno dei quali solo pochi neri potevano entrare ma con un permesso speciale di ingresso, il divieto di matrimoni misti e così via. Una svolta storica dalla quale si spera non tornare mai indietro ma andare sempre avanti, sull’esempio di chi come Madiba, ha combattuto per i propri principi morali in nome della dignità umana. Valori che molto spesso tendono a essere dimenticati in alcune circostanze, perché nonostante il suo Nobel per la Pace, mentre il suo coraggio avrebbe dovuto esser preso ad esempio in tutto il mondo, non si può negare che il razzismo esista ancora e si faccia ben sentire, nei confronti dei neri e non solo. Purtroppo il ciclo della Vita porterà via prima o poi dai suoi cari e dal mondo intero Mandela e il suo esempio di Uomo, ma il suo operato rimarrà ricordato in eterno. E’ auspicabile, però, che la sua vittoria non si sia limitata ad una battaglia ma ad una guerra. Una grande guerra della Storia contro il razzismo, che ogni tanto fa sentire i suoi echi. E la cosa più preoccupante, in realtà, è che la Storia si ripete.

Allontanandoci di anno in anno dal Novecento, i protagonisti di quel secolo ci abbandonano con le loro testimonianze, che a noi rimarranno solo sotto forma di libri, e che pochi di noi hanno avuto la fortuna di sentire in prima persona. I nostri figli, i nostri nipoti e i nostri pronipoti, saranno una generazione troppo lontana dalle svolte epocali che noi nati nel Novecento abbiamo più o meno vissuto, chi più chi meno in base all’età. E sarà allora che i nostri posteri dovranno iniziare a preoccuparsi se non si ricorderanno o non sapranno chi siano stati Uomini come Nelson Mandela.

Gloria Girometti

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