Nemesi

Creato il 05 novembre 2011 da Misterjamesford
Autore: Jo NesboOrigine: NorvegiaEditore: PiemmeAnno: 2002 (in Italia 2008)
La trama (con parole mie): Harry Hole, l'autodistruttivo commissario dell'anticrimine di Oslo, ancora ossessionato dalla ricerca del responsabile della morte della collega Hellen e lasciato solo dall'amata Rakel - a Mosca intenta a battersi in tribunale per la custodia del figlio Oleg con l'ex marito - è contattato da una vecchia fiamma che dopo averlo incontrato, al termine di una notte di blackout, è ritrovata morta apparentemente suicida.Come se non bastasse questo, un misterioso rapinatore di banche soprannominato Speditore semina il terrore quando, nel corso di un colpo, uccide a sangue freddo l'impiegata Stine Grette dando inizio ad una spirale di tradimenti e vendette che affonda le sue radici nella storia di due fratelli zingari profondamente legati ed altri due, norvegesi, inesorabilmente divisi.

Ho definitivamente trovato il mio autore di culto per questo 2011.Se, infatti, il 2010 era stato praticamente consacrato a Lansdale e ai formidabili Hap e Leonard, Nesbo e il suo Harry Hole sono stati la scoperta letteraria più felice dell'anno in corso.Già con Il leopardo la rivelazione di questo incredibile autore era stata fulminante, mostrando la sua capacità di illusionista che più volte, nel corso della lettura, aveva riportato alla mente del sottoscritto le architetture incredibili dei film di Christopher Nolan, ed in altrettante occasioni mi aveva lasciato letteralmente a bocca aperta per la perizia e l'intelligenza della costruzione della trama ed il suo svolgimento.Il tutto senza contare che il protagonista - l'alcolista e scostante Harry Hole - da subito si è dimostrato uno di quei personaggi in grado di entrare da subito nel cuore del lettore, conquistandolo inesorabilmente e finendo per scatenare il desiderio di recuperare tutti i capitoli precedenti della sua saga: così, non molto tempo fa, mi ero dedicato a Il pettirosso, il primo dei romanzi con protagonista il commissario dell'anticrimine di Oslo pubblicato in Italia - purtroppo, restano ancora due titoli precedenti ancora in attesa di una ristampa qui nella Terra dei cachi -.
Ed è così che arriviamo a Nemesi.E' un'impresa davvero ardua, per un autore, riuscire ad imbastire quella che, a tutti gli effetti, è la trama di un sequel praticamente come se non lo fosse, eppure Nesbo recupera i temi principali rimasti in sospeso alla conclusione del romanzo precedente e li sviluppa riuscendo a mantenerli in secondo piano, portandoli avanti scegliendo un basso profilo e mascherandoli, in un modo o nell'altro, dietro le vicende più altisonanti della trama principale.E devo ammettere che, questa volta, i suoi trucchi devono aver funzionato anche meglio del previsto, perchè - in una certa misura, come lo stesso Hole - sono caduto nella trappola della Nemesi ed ho attraversato le pagine smarrito e confuso, senza alcun punto di riferimento fisso, come il protagonista, alla ricerca di una spiegazione per la morte della sua ex amante Anna, segnato dal senso di colpa per aver - forse - tradito Rakel ed impegnato sulla complessa vicenda dello Speditore, orchestrata clamorosamente bene con uno stile degno del miglior Michael Mann - volendo fare un paragone cinematografico - da Nesbo, che sfoggia anche un capitolo strepitoso nel doppio confronto finale tra Harry e la collega Beate con lo Speditore ed i suoi superiori in riunione, trasportando di fatto il concetto di montaggio alternato sulla pagina.Il tutto senza dimenticare le vicende di Hellen e di Tom Waaler, personaggio cardine la cui presenza risulta fondamentale dal già citato Il pettirosso e lo sarà fino al successivo La stella del diavolo: un antagonista credibile, deciso, intelligente e caratterizzato magnificamente come non ne trovavo dai tempi della Vanilla Ride di Hap e Leonard o dei fratelli Barrera de Il potere del cane.
Come di consueto, inoltre, attorno a Hole si snoda un intero universo di comprimari che prendono vita e spessore grazie all'ispiratissimo autore, da Beate Lonn - che diverrà uno dei volti fondamentali della serie - ad Halvorsen, dal viscido Ivarsson agli Aune, da Oystein e Moller all'enigmatico Raskol, un personaggio che pare uscito da un'antica fiaba orientale mescolata alla più cruenta delle vicende di un Kaiser Soze della letteratura.
E poi, certo, c'è lui: l'imponente, fallibile, decadente, outsider Harry.
Un loser vincente che si trascina lottando dalla prima all'ultima pagina, e tra una Camel, un Jim Beam e le cicatrici che porta non troppo fiero dentro e fuori, regala alla letteratura di genere - ma non solo - uno dei protagonisti più riusciti e profondi al momento in circolazione, uno che quando minaccia un criminale lo fa con una pistola della Playstation, che dalla "gioventù bruciata" con gli Stone Roses sta cercando di passare alla tranquillità adulta dei Kings of convenience, e l'unica volta in cui spara nel corso dell'intera vicenda lo fa rivolgendo la pistola contro se stesso.
Un colpo doloroso, inflittosi non per morire, ma per vivere.
Un colpo per Beate, per Stine, per Rakel, per Oleg.
Ma soprattutto per Hellen.
E perchè no, anche un pò per lui: che potrebbe avere il massimo e invece tende ad accontentarsi degli avanzi di una vita che sogna ma non pensa di meritare di vivere.
Come un vecchio cane.
Come un eroe dei tempi che furono.
Che, fortunatamente, è finito per essere qui, ora.
Con i suoi fantasmi e le sue nemesi.
MrFord
"Sometimes I fantasise
when the streets are cold and lonely
and the cars they burn below me
don't these times fill your eyes."The Stone Roses - "Made of stone" -

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :