Neo-espressionismo

Creato il 15 agosto 2015 da Artesplorando @artesplorando

Frank Auerbach, Bacco e Arianna

Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata all'arte contemporanea. Oggi vi parlo del Neo-espressionismo. Di che si tratta?Il termine Neo-espressionismo si riferisce a un movimento culturale che interessa sia l'Europa che gli Stati Uniti verso la fine degli anni Sessanta, così chiamato per il riproporsi di caratteristiche dell'Espressionismo storico d'origine tedesca (di cui vi ho parlato QUI) nell'attività di più artisti in più nazioni, specie in Germania, dove operano Auerbach, Baselitz, Bomberg, Boyd, Clemente, Frink, Kiefer, Schnabel: in Italia la corrente, legata al movimento tedesco, si svilupperà più tardi e prenderà il nome di Transavanguardia (di cui vi ho parlato QUI) e avrà come massimi rappresentanti Sandro Chia, Enzo Cucchi, Francesco Clemente, Mimmo Paladino, ufficialmente presentati con De Maria da Achille Bonito Oliva nel ‘79.Il Neo-espressionismo prende vita come rivisitazione del primo espressionismo tedesco ed è un chiaro ritorno alle fonti della figurazione, riletta con una forte coscienza della contemporaneità, non senza più o meno dichiarate nostalgie nazionaliste, come ipotizza Jean Clair; scrittore, critico, curatore di famosi musei e di molte celebri mostre ("La responsabilità dell’artista, le avanguardie tra terrore e ragione"), egli smonta il mito dell'artista ribelle e "contro", ipotizzando più o meno consapevoli collegamenti con qualche lato oscuro del recente passato.
La carica evocativa del Neo-espressionismo è presente soprattutto in Germania, dove è ancora forte la memoria dell'Espressionismo e dove le nuove generazioni sentono il bisogno di prendere le distanze dal passato di orrori costituito dal recente conflitto, denunciando così che la questione della "nazionalità" comincia ad assumere un peso rilevante, legato alla storia e alla cultura tedesca.

Anselm Kiefer, Margarethe

Così Anselm Kiefer, mischiando elementi reazionari ed elementi d'avanguardia, propone molte versioni del tema dell'olocausto, in grandi tele tetre e violente, dalla tecnica particolare; in Markus Lüpertz prevale un linguaggio più tradizionale classicista che richiama ambiguamente certa architettura del Terzo Reich; Georg Baselitz, che sente il fascino dell'astrattismo di Pollock e del violento cromatismo di Van Gogh, realizza i suoi famosi quadri con immagini capovolte, contemporaneamente figurativi ed astratti, modo per assumere un atteggiamento distaccato nei confronti del contenuto dell'opera.

Julian Shnabel, portrait of Generoso

In America è personaggio di spicco Julian Schnabel (forse lo conoscerete come regista), noto soprattutto per i suoi "plate painting", dipinti realizzati su superfici di frammenti di ceramica, materiale dal quale fu affascinato durante una sua visita al Parco Guell, progettato a Barcellona da Antonio Gaudì, permettendogli questo sistema di avvicinarsi alla poetica dell'automatismo psichico del Surrealismo grazie all'incognita del risultato pittorico finale, sovrapposto ad uno sfondo già di per sè decorato.
Comunque resta carattere fondamentale del Neo-espressionismo americano una più o meno stretta relazione con l'Assemblage e soprattutto con l'Espressionismo astratto, come accade nelle opere di Donald Sultan, David Salle, Susan Rothenberg.

David Salle, We'll Shake the Bag

L'opera di Donald Sultan ha anche forti agganci con l'informale, per l'uso di materiali da collage, quali la masonite e il linoleum, molto spessi, poi trattati a fuoco ed integrati con intrusioni di catrame e stucco, ottenendo una superficie su cui dipingere: si tratta di un linguaggio sofferto, in cui si avverte la lotta con la materia, il disagio, l'ostilità psicologica verso una società sulla quale il commento dell'artista è critico.
David Salle ha chiare dipendenze dalla Pop Art (di cui vi ho parlato QUI), e si avvale abbondantemente di immagini prese dalla pubblicità degli anni '40-'50, caratterizzate da una certa ingenuità di linguaggio, stratificate e ricomposte secondo una tecnica molto vicina a quella di Robert Rauschenberg.
Fra i tre, quello di Susan Rothenberg appare il contributo più profondo e più sentito, essa stessa descrive il processo attraverso il quale realizza i suoi dipinti non come un'operazione visuale, ma "davvero viscerale...", con tendenza ad una più o meno decisa astrazione con accenti segnici, in un linguaggio raffinato dove l'immagine ben definita risalta su sfondi pressochè monocromi: essa dice di sé: "Identifico fortemente il contenuto del mio lavoro con la spiritualità, con un impulso religioso universale".
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Si possono collocare nella corrente del Neo-espressionismo anche alcuni pittori inglesi, dei quali il più significativo è Lucian Freud, pittore della figura, espressivo di quel rinnovato interesse per la figurazione che vuol dire anche rivalutazione della tradizione ritrattistica europea, associata ad una mancanza di idealizzazione tutta espressionista, e Frank Auerbach, tedesco naturalizzato inglese: legato al Vorticismo di David Bomberg, Auerbach ne porta all'estremo la tecnica, in una identificazione con la cosa rappresentata, emergente agli occhi dell'osservatore dal groviglio di una tela abrasa, tormentata, intricata, che restituisce lentamente l'immagine impressa.

Lucien Freud, woman in white shirt

Leon Kossoff dipinge di preferenza zone degradate della periferia di Londra, con tratti a volte naïf a volte tradizionali, con dense pennellate di pittura coagulata, quasi ossessionato dalla laboriosa trasformazione che l'artista deve compiere per rappresentare la realtà in termini di arte, affermando che "disegnare è fare un'immagine che esprime impegno e coinvolgimento....".
Chiude questo excursus sul Neo-espressionismo Howard Hodgkin, pittore minutamente laborioso, dal linguaggio simbolico ed enigmatico, di impronta controllata e classica.
Fonti:
www.artonweb.it/artemoderna/artedopo60/articolo1.htm
Arte contemporanea, a cura di Francesco Poli, Electa, Milano, 2003