Neoassunti: Strategia Onboarding in 5 punti

Da B2corporate @b2corporate
A proposito di valorizzazione di risorse umane. Nei giorni scorsi avevamo fatto due chiacchiere con Franco Gementi, Regional Sales Manager di Cornerstone OnDemand, azienda leader nella fornitura di soluzioni cloud per la gestione dei talenti. L'intervista a Franco Gementi, dopo un'introduttiva storytelling di Cornerstone OnDemand, aveva affrontato le tematiche della gestione delle perfomance, del monitoraggio delle competenze aziendali, del concetto di Talent Management,  dei meccanismi incentivanti, oltre all'analisi andamentale della cultura italiana verso logiche di percorsi di crescita del personale e della diffusione dei sistemi meritocratici. In questo articolo, invece ci si focalizza sul modus operandi per innescare un'efficace strategia di onboarding.

Neoassunti e ingresso in azienda
Le persone sono il patrimonio principale di un’impresa, spesso sono proprio loro a fare la differenza tra una azienda e i suoi concorrenti; per questo, quando un nuovo collaboratore entra in azienda deve essergli data l’opportunità di partire nel migliore dei modi. Tuttavia, può capitare di  cedere alla tentazione di trascurare l’onboarding e mandare i nuovi assunti allo sbaraglio. Sul breve termine può funzionare, ma sul lungo periodo si rivelerà un disservizio sia nei confronti dell’azienda sia delle persone, con pesanti implicazioni per entrambi.
Si evidenzia tra l'altro che una ricerca condotta da Businessandthegeek.com mostra che il 42% dei nuovi assunti lascia il lavoro entro un anno;  se si considera che le agenzie di selezione costano dal 15% al 30% della retribuzione annuale del nuovo assunto, ciò comporta pesanti ripercussioni.
 
Motivazione, senso del team, esaltanzione delle competenze individuali
Spesso, l’ingresso in una nuova organizzazione può generare nei neoassunti ansia e incertezze, del tutto naturali nei primi giorni o nelle prime settimane. Se queste però  perdurano per periodi più lunghi, le persone appaiono confuse e disincentivate,. Ciò può anche spingere le persone a lasciare l’azienda rapidamente e cercare altrove un ruolo per il quale si sentono più adatte. Quelli che invece scelgono di restare potrebbero non riuscire a essere pienamente coinvolti con l’azienda e con la sua cultura e, di conseguenza, non realizzare il loro pieno potenziale, con un danno anche per l’azienda. E’ ben noto che i dipendenti felici e coinvolti sono i più produttivi.
 
Come creare la giusta strategia di onboarding
L’onboarding deve essere considerato come uno stile di vita in un’azienda e deve coinvolgere tutti, dai manager senior fino al personale più giovane. Alla strategia di onboading deve essere data la massima priorità e tutti i neoassunti devono essere coinvolti in un programma completo perché questo darà loro la massima visibilità sull’azienda e sul loro ruolo.
Pertanto, cosa deve fare l’azienda affinché la sua strategia di onboarding risulti la più efficiente possibile?
Di seguito i sono proposti i 5 consigli di Cornerstone OnDemand, per implementare un’efficace strategia di onboarding:
1.   Essere preparati.  E’ necessario avere un itinerario chiaro che definisca i dettagli del processo di onboarding: chi, cosa, quando e dove avverrà la formazione. Se vi sono documenti da completare, questi devono essere preparati in anticipo e consegnati al momento giusto. Quando i neoassunti da formare sono molte centinaia, lo starter pack dovrebbe contenere tutta la documentazione ufficiale che deve essere completata, oltre a una guida dell’azienda.
2.   Incoraggiare la socialità. Per quanto nessuno apprezzi il divertimento forzato, è importante che i nuovi assunti possano iniziare rapidamente a stabilire una relazione con i nuovi colleghi. Pranzi di gruppo o con il proprio mentore nei primi giorni sono un buon mezzo per rompere il ghiaccio. Si può organizzare un evento sociale affinchè i neoassunti incontrino i colleghi, così da iniziare a costruire relazioni sin dal primo giorno.
3.   Pensare oltre il primo giorno. L’onboarding non è qualcosa che inizia e finisce il primo giorno. L’azienda deve fare in modo che vi sia l’opportunità di meeting periodici in modo da avere il polso di come stia procedendo l’integrazione. Ciò aiuterà a capire se sia necessaria altra formazione, ad esempio, e assicurare che il neoassunto sia davvero coinvolto e in linea con la cultura aziendale.
4.   Non esiste una strategia valida per tutti i casi.  L’onboarding deve essere effettuato per tutti i neoassunti indipendentemente dal livello e dal ruolo. Tuttavia, il programma per un addetto al marketing sarà diverso da quello per una persona dell’amministrazione.
5.   Cercare il feedback.  Il processo di onboarding deve evolvere in continuazione in risposta ai feedback. Se vi sono elementi che non stanno funzionando, questi devono essere comunicati alle risorse umane.

 
Conclusioni
L’onboarding gioca un ruolo importante nel far sì che i nuovi assunti si sentano a proprio agio e coinvolti nella nuova azienda e, per questo motivo, deve essere fatto sempre e bene. L’intera organizzazione e tutte le sue persone, dai manager senior al personale più giovane, devono essere consapevoli che questa è una priorità e che non è qualcosa che accade solo il primo giorno di lavoro. E’ inoltre importante che la strategia comprenda un mix di momenti informali e di formazione tradizionale; in questo modo i neoassunti si sentiranno veramente immersi nello spirito e nella cultura aziendale e saranno di conseguenza più sereni e produttivi.
 

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