Da allora, ogni cinque anni, centinaia di animali venivano sacrificati in tutto il paese per ricordare quell’episodio, parte integrante della tradizione nepalese.
L’evento da sempre attira la rabbia e le proteste degli animalisti locali e internazionali. Negli scorsi anni la Corte Suprema Indiana aveva sensibilmente ridotto i numeri della mattanza vietando la circolazione degli animali dall’India al Nepal, portando a un calo del 70% degli animali sacrificati. Commentando la decisione odierna di sospendere il Gadhimai Festival, il presidente del Gadhimai Temple Trust, Ram Chandra Shab, ha così dichiarato: «Per generazioni, i pellegrini hanno sacrificato animali per la dea Gadhimai, nella speranza di una vita migliore. Per ogni vita soppressa, il nostro cuore ha sofferto. È giunta l’ora di cambiare una vecchia tradizione. È giunto il momento di sostituire le uccisioni con gesti di pace e festa». Segno che anche le più secolari tradizioni possono essere sospese, quando si parla di rispetto e amore verso gli animali.
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Fonte: Vegolosi.it