Neppure allora

Da Marcello89

Neri come quel buio che incute timore, diventano i miei occhi allo specchio. Mi guardano 
e mi accusano di una colpa che non ho. Cercano gli scudi che ho abbandonato per strada. Cercano quelle difese abbattute da un brivido. Cercano quelle certezze che ho messo in discussione. Cercano quel bastarmi 
che adesso non mi basta più. Smarriti e spaventati, tentano di trovare una giustificazione, un significato, un motivo che dia un perché ai propri perché.
E quei perché sono gli stessi che continuamente cerco anch’io, sono gli stessi a cui, accontentandomi, rispondo con la fantasia perché qualsiasi senso diverso mi sembra una follia. Ma la fantasia non può bastare quando un mondo più vero esiste già. Il suo nome è realtà, ma non la riesco a capire, non comprendo la forza di un’emozione che stravolge tutto e riesce a tramutare persino l’umore. Eppure esiste, è così potente che non la si può celare. Esiste e, ogni volta che l’assecondo, quegli occhi mi continuano a incolpare. E nascono paure, come le mie, che nascondo dietro le bugie che mi racconto per sostenere il bilico, mentre continuo a sentire quelle parole, che non riesco a pronunciare, eppure sono così sincere da farmi tremare e togliere il respiro quando, dopo un sospiro, cerco di nuovo il coraggio di andar via ma qualcosa mi trattiene ancora. E con le lacrime agli occhi e i pugni stretti, dopo averti guardato, non ci riesco neppure allora.