Michele Ciardelli, classe 1972, è toscano d.o.c. Nato a Pisa, coltiva da sempre la passione della scrittura che lo ha portato alla pubblicazione di diversi romanzi. Nel 2000 esordisce con il noir "La falena". Nel 2004 ha terminato il giallo "Sedici rose arancioni" dapprima edito da SBC Communications e in seguito, dopo un'accurata revisione, ripubblicato nel 2011 dalla casa editrice GDS.
Michele ha accettato di rispondere alle domande della neraintervista.
1. Iniziamo con il tuo romanzo di recente "riedizione" da parte dei tipi della GDS: "16 rose arancioni". Leggendo la trama, sembra di trovarsi di fronte a un thriller psicologico. Come è nata l'idea del romanzo e quanto è durata la sua elaborazione?
R - L’idea è nata dal fatto che volevo "sapere" cosa potesse scatenare la furia omicida di un serial killer... e per farlo, ho deciso di lasciare la penna a lui: al colpevole. Chi scrive e "parla" al lettore è lui stesso.
In più volevo denunciare il fatto che troppo spesso, se non ci troviamo di fronte ad omicidi efferati, non "vediamo" cosa ci gira d’intorno! Ѐ psicologico perché vive nella mente del serial killer e dei personaggi che lo popolano, ma ha la presunzione di voler far riflettere. Il libro l’ho scritto nel 2004 in poco più di 3 mesi. 7 anni per dire che è finito, perché ho sistemato tutte quelle incongruenze ed errori che mi hanno fatto notare molti amici che hanno letto la prima edizione. Dalla prima edizione del 2008 a quella del 2011 ci sono delle differenze sostanziali: casa editrice differente, copertina differente (da nera, dove il sedici era in lettere, a gialla, dove il numero 16 è in cifre), un prologo che nel primo non c’era; un lavoro di editing di 4 mesi che mi ha portato a scorciare il libro di 15 pagine, nonostante due capitoli (l’ottavo, dove il colpevole si presenta al lettore in un capitolo fatto in prima persona e l’ultimo) siano venuti più lunghi perché servivano a spiegare alcune cose che credevo fossero chiare, ed invece non lo erano affatto! Ringrazio pubblicamente tutti quei lettori che hanno avuto la pazienza di dirmeli...
R - Il noir, come il giallo mi permette di far fare tutto ai miei personaggi perché raccontino per me il messaggio che voglio dare.
Un po’ la stessa cosa di quando giocavo ai soldatini da bambino, a cui facevo fare di tutto, anche morire... poi tutto ricominciava con un nuovo gioco. Adesso sono cresciuto e quei soldatini sono diventati i miei personaggi a cui faccio fare sempre di tutto... anche morire. Poi tutto comincia nuovamente con un nuovo libro.
Comunque non sono un noirista o giallista in senso stretto, perché non scrivo solo quelli. Adoro scrivere tutto ciò che la mia mente partorisce, quindi quello che il gioco con i miei soldatini mi porta. Oltre a quello ho scritto un romanzo intitolato Due giorni in più, dove parlo di tutta la vita di mio padre partendo dagli ultimi due giorni di vita. Poi ho scritto una favola per adulti intitolata La vita che vorrei per te, dove parlo di una famiglia perfetta, che ha una vita perfetta, fino a che il narratore, insieme al lettore, non si trova davanti alla porta della realtà nell’ultimo devastante capitolo. In cui il narratore apre la porta e si trova il fratello (raccontato per tutto il libro) in fin di vita... di una vita dalla nascita alla morte fatta di soli problemi e non com’è stata raccontata. Il primo libro che ho scritto nel 2002 è un noir intitolato La falena con cui ho partecipato al concorso Alberto Giallo Mondadori senza peraltro darne seguito alla pubblicazione. E in quello ho coronato il mio sogno: scrivere un libro... Quindi rappresenta uno dei modi in cui scrivo.
3. I personaggi: quanto di te c'è in loro e quanto invece si allontanano da loro creatore?
R - Diciamo tutto e il suo contrario. Marco è pazzo quanto me e abbiamo moltissime similitudini. Anche troppe... Lui è un serial killer, io no. Ma ho trovato il modo per uccidere molte amicizie... quindi siamo più simili di quanto potrei dirne il contrario.
Sergio, il bambino di 10 anni, è me adesso. Cioè sono un quarantenne perennemente bambino. Monica è me al femminile: non da mai risposte convenzionali ed è sempre al centro dell’attenzione. Altero è riflessivo come me. Antonio è quello che vorrei essere.
4. Qual è il tuo riferimento letterario: esiste un Autore a cui ti ispiri e che è stato fondamentale per la tua formazione?
R - Assolutissimamente nessuno. Non sono un fan di nessun autore e nemmeno dei loro personaggi. Adoro leggere tutto ciò che è scritto, senza distinzione di genere. Se proprio devo scegliere un genere di lettura preferisco leggermi un romanzo rosa... E da lì la vedo dura estrapolare una storia assai splatter come lo è il mio libro.
5. Che cosa bolle in pentola? Raccontaci i tuoi progetti per il futuro...
R - Ho deciso di non editare più, ma ciò non mi farà smettere di scrivere. Adoro troppo farlo per limitarlo alle pubblicazioni. Non lo faccio perché sono presuntuoso, tutt’altro. Lo dimostra il fatto che ho seguito i consigli dei lettori, degli amici quando mi hanno consigliato di riprendere i libri di grammatica per colmare le mie lacune, ecc... Lo faccio perché è inutile pubblicare un libro per un emergente, se non te lo pubblica una casa editrice grande. Perché quelle medio piccole, nel migliore dei casi, te lo pubblica gratuitamente, ma non fa assolutamente promozione; facendo ricadere il fardello sull’autore. Come ho spesso detto, io non sono Dan Brown e non posso dettare regole a questo mondo, ma nemmeno sono obbligato a sottostarci! Quindi perché devo lavorare per far guadagnare loro? Il primo libro è andato bene, ma io non so quanto ho speso di soldi e di tempo!
Per quanto riguarda gli scritti, dopo i 4 libri che ti ho detto (di cui 2 sono editi), sto scrivendo il 5°. Ho appena finito una favola intitolata La spiga di grano che servirà per diversi progetti. Uno a Pisa (la mia città) e uno spero a Milano... oltre a Sassari dove verrà utilizzata da una terza classe delle elementari che dovrà rappresentarla.
Ci sono anche due fantasy storici ambientati uno intorno all’anno zero e uno nel 1424 che saranno inseriti in progetti. Quello ambientato intorno all’anno zero, dovrebbe servire per un progetto di scambio culturale-economico fra la Toscana e il Trentino Alto Adige...
Per altri scritti... ho una mente piena di idee che se le dovessi scrivere tutte dovrei diventare un moderno Asimov e scrivere... scrivere... scrivere... ma io adoro anche vivere. Non solo giocare!
Grazie Luca per avermi dato modo di raccontare un po’ di me...
Grazie a Michele per la disponibilità. Per chi voglia sapere di più sull'Autore può visitare la sua libreria su anobii.