NERO ELFICO, di Daniele Picciuti
Watson Edizioni, 272 pagine, € 10,00
Genere: weird
Voto: 5/5
Non so se oggettivamente questo romanzo sia un capolavoro o una gran schifezza, però a me è piaciuto molto.
Sia chiaro; non è fantasy, è bizzarro. Genere weird, se vogliamo essere precisi, il che significa che ci sono cose ben strane dentro.
Villaggio di Ponte Spaccato, 450 tra fabbri, muratori, contadini, falegnami e artigiani.
L’arrivo del mezz’elfo Lacero manda nel caos le cose, soprattutto quando incontra (e s’innamora) di Violata, spietata assassina.
La pace del villaggio viene scossa da angeli oscuri, sicari vendicativi, nani che rispecchiano i luoghi comuni sui nani, zombie, licantropi e financo alieni.
Si tratta di un romanzo demenziale, in cui c’è di tutto, in primis molta violenza e molto, moltissimo sesso.
I personaggi, a parte un paio, sono tutti negativi – stronzi bastardi, per essere più precisi – a cominciare dai protagonisti. Lacero è un eroe senza morale, ferrato nella magia elfica e di spada facile. Violata è una pazza assassina ninfomane.
In tutto questo, però, c’è mestiere.
Per sconvolgere i canoni del fantasy in maniera intelligente bisogna conoscerli bene e di sicuro l’autore sa il fatto suo. Credo che il capitolo “Caro Diaio”, che racconta della veloce ascesa al potere e della ancora più veloce ridiscesa dello scemo del villaggio sia una delle cose più intelligenti che io abbia mai letto, un’ottima prova di capacità narrativa (del resto l’autore non è un completo esordiente).
Capisco che questo tipo di romanzo possa non piacere a tutti e, in effetti, se violenza e sesso vi danno fastidio vi consiglio di lasciarlo perdere perché non riuscireste a cogliere la genialità dietro ad alcuni passaggi. Altrimenti leggetelo pure, ma approcciandovi con l’idea di avere un libro bizzarro tra le mani, una sorta di divertissement, un’orgia (per restare in tema) di trovate improbabili.