Ness#5_ La prima volta di Ness_

Foto di Elliot Erwitt

“Ciao, mi chiamo Ness”_ Se fossi un cane non mi presenterei a nessuno_ Mai e poi mai_ Prima di tutto perché non saprei parlare_ E secondo perché non vorrei parlare_ Con nessuno_ Soprattutto con chi mi accarezzerebbe solo per leccare il culo alla mia padrona_ “Prova a leccare il mio, di culo: delle carezze ne parliamo subito dopo” gli direi se fossi un cane parlante_ Ma io non sarei un cane parlante_ Affatto_ Sarei un cane geloso, ma non parlante_ Però chiunque potrebbe conoscere il mio nome_ Gli basterebbe avvicinarsi a me_ Ma non troppo, perché abbaierei_ Come al solito: a cazzo_ Si, perché la mia padrona mi amerebbe alla follia e, come regalo di Natale, di San Valentino o per San Fido, farebbe incidere “Ness” sulla mia piastrina_ Insieme al mio indirizzo_ Che poi sarebbe anche il suo e quello del suo fidanzato imperfetto_ Nel caso mi perdessi_ Già: esisterebbe San Fido_ Se fossi un cane, vorrei essere un cane maschio e milanese_ Di una taglia importante_ Tipo Dogo Argentino_ Non vorrei essere né ricco né povero: diciamo benestante_ Un borghesotto_ Ma se proprio dovessi scegliere fra ricco e povero, allora ricco_ Così sarei curato_ pulito_ sfamato_ e circondato da cagnoline tosate per bene_ Profumate_ E col pedigree_ Con più pedigree_ E non ancora sterilizzate_ Sì, se fossi un cane chiederei il pedigree alle mie aspiranti amanti_ E ci farei sopra la cacca_ Non per niente_ Per vedere la loro reazione_ E quella delle loro proprietarie: “non puoi accoppiarti con un cane così maleducato”, ordinerebbero offese_ Ma loro, affascinate dai miei modi rudi e ribelli, si innamorerebbero di me_ Tutte_ Pure quelle sterilizzate_ E soprattutto le più snob_ Se fossi un cane maschio, milanese, curato, pulito, sfamato e circondato di cagnoline col pedigree, per la mia prima volta sceglierei la più snob in assoluto_ Non per niente_ Per poterlo abbaiare agli amici del quartiere in cui abiterei: Città Studi_ “Ciao, sono Ness_ un cane bastardo”_ E di grossa taglia_ Continua_