Nessuna ispezione alla tomba di De Pedis. Cosa sa il Vaticano di Emanuela Orlandi?

Creato il 02 aprile 2012 da Yellowflate @yellowflate

Non si placa la bufera intorno alla tomba di Enrico De Pedis, detto ‘Renatino’. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, che indaga sulla scomparsa di Emanuela Orlandi,avrebbe deciso di non aprire per ispezioni la tomba di De Pedis, dunque non sarebbe necessario una ispezione del sepolcro per ampliare l’inchiesta.  Anni fa, il magistrato, accompagnato dal rettore Pedro Huidobro, ascoltato dal magistrato come  persona informata sui fatti assieme a monsignor Pietro Vergari (rettore fino al ’91), ha fatto un sopralluogo nella cripta per prendere atto che effettivamente, come suggeri’ un anonimo che telefono’ alla redazione di ‘Chi l’ha visto?’ nel settembre 2005, c’e’ la scritta Enrico De Pedis su una elegante struttura in marmo (all’interno di una stanza piccola e parecchio umida) risultata poi analoga alla tomba di un Papa: un lavoro fatto da un marmista che aveva lavorato per la Santa Sede.

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Probabilmente il De Pedis così come altri individui appartenenti o vicini alla banda della Magliana avrebbero avuto un ruolo nella scomparsa di Emanuela, chi indaga ritiene poco credibile che la tomba possa contenere altro se non le spoglie del boss. Quanto poi al ‘contenzioso’ di questi giorni tra il ministro dell’Interno e il parlamentare Pd Walter Veltroni, nessun fatto nuovo, degno di rilievo, e’ apparso agli occhi di chi indaga.

  Che la basilica non fosse extraterritoriale lo si e’ accertato alcuni anni fa consultando i Patti Lateranensi: cio’ spiega la facilita’, senza dover fare rogatorie, con cui Capaldo ha convocato in procura i due rettori ed ha avuto accesso nella cripta della basilica. Cosi’ come era ampiamente noto alla procura l’iter procedurale che e’ stato seguito affinche’ la salma di De Pedis lasciasse il cimitero del Verano.

Intanto continuano i sospetti sulla scomparsa di Emanuela Orlandi,forse non si arriverà mai a sapere che fine a fatto Emaniela ma è sempre più probabile che il  Vaticano  sappia qualcosa o per lo meno che ci siano dei soggetti in grado di raccontare, se volessero, che fine ha fatto la ragazzina di 15 anni sparita nel giugno del 1983. Ne e’ convinta la procura di Roma che fra qualche mese tirera’ le somme e decidera’ se chiudere gli accertamenti con una richiesta di archiviazione per tutti gli indagati o se depositare gli atti, passo che anticipera’ la richiesta di rinvio a giudizio.

Al momento e’ difficile fare previsioni ma le indagini condotte dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo hanno portato alla luce “alcuni segmenti di verita’ giudiziaria”, a livello ancora indiziario, difficili da poter sostenere un’accusa in dibattimento. Si era sperato molto nelle dichiarazioni confessorie di Sabrina Minardi, per un periodo la donna di Enrico De Pedis. Ma le sue affermazioni, nel tempo, si sono rivelate contraddittorie, fumose, benche’ suggestive.

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