Nessuno mi può Giudicare - La Recensione

Creato il 20 marzo 2011 da Giordano Caputo
E' un dato di fatto: ad oggi in Italia vende bene solo la commedia. Fenomeno iniziato verso la fine dello scorso anno con “Benvenuti al Sud” e ripetutosi all’inizio di questo 2011 con gli incassi stratosferici registrati da “Che Bella Giornata” e da tutti i successivi film seguiti a raffica. E’ anche un'altro dato di fatto che questa tendenza continui ad avanzare senza alcun segno di stanca portando con sé tutti i suoi lati positivi e negativi.
Questo mese è la volta di “Nessuno mi può Giudicare” opera prima da regista firmata Massimiliano Bruno, meglio conosciuto come attore e soprattutto come sceneggiatore, in particolare di tutti i film diretti da Fausto Brizzi per il quale ha sempre collaborato alle sceneggiature. Collaborazione che ritorna anche stavolta per questa pellicola, nata da un soggetto di Fausto Brizzi sceneggiato da Massimiliano Bruno e Edoardo Falcone.
La storia vede la ricca Alice (Paola Cortellesi) diventare povera dopo la morte accidentale del marito Pietro (Dario Cassini). Immersa dai debiti lasciati dal suo defunto consorte, Alice è costretta prima a lasciare la sua dimora elegante e lussuriosa dei Parioli per una baracca del Quarticciolo e poi ad intraprendere il mestiere di escort per guadagnare i soldi richiesti nel breve tempo a disposizione evitando così, sia la prigione sia la conseguente perdita del figlio di nove anni.
La pellicola di Massimiliano Bruno conosce perfettamente il tipo di strada che vuole intraprendere, merito soprattutto di una sceneggiatura scritta benissimo e quasi impeccabile. Una storia onesta e misurata ma allo stesso tempo divertente e malinconica al punto giusto, condita con trovate geniali e situazioni al limite dell’assurdo. Sono questi i segreti della riuscita di un’opera prima piena di freschezza e temperanza che già in partenza prometteva molto bene grazie al cast d’eccezione di cui era sana portatrice.
Non è certo una scoperta Paola Cortellesi, (ex) talento prodigio in grado di riuscire ad affrontare qualsiasi tipo di sfida gli si presenti davanti. Questa volta non solo è la protagonista del film, ma si cimenta in un ruolo pieno di sfumature che la porta anche a misurarsi con la sua sensualità -forse la dote in cui viene meno-. Nella maggior parte delle scene ovviamente è costretta a giocare d’ironia ma in altre riesce anche a mostrare un lato sexy di sé che fino ad oggi sembrava nascosto.
Discorso diverso da fare per quanto riguarda Raul Bova. Un attore spesso in evidente difficoltà in ogni ruolo gli venga proposto, stavolta pare aver trovato, più o meno, la sua dimensione. Il personaggio del romano coatto di periferia evidentemente è quello più nelle sue corde che, seppur molto limitate, almeno stavolta riescono a non infastidire completamente lo spettatore.
Un applauso corale và invece a tutti i personaggi di “contorno”, in un modo o nell’altro protagonisti anche loro grazie ad alcune scene che sono e saranno presto ricordate come vere e proprie scene CULT. Cominciando dalla bravissima (e bella) Anna Foglietta nel ruolo della escort professionista: la scena nel bar in cui ordina un caffè macchiato è strepitosa (la potete vedere su YouTube cliccando qui). Il grandissimo –come sempre- Rocco Papaleo, ancora una volta in un ruolo sopra le righe di un razzista ignorante alle prese con un figlio sovrappeso e ambiguo: già cult la sua scena in cui fa il verso a Nanni Moretti citando “Ecce Bombo”(anche questa la potete vedere su YouTube cliccando qui).
Ed infine le coppie improbabili: una formata da Lucia Ocone e Lillo Petrolo, vederli marito e moglie è un qualcosa di indescrivibile quasi un dispiacere ricordarsi che il loro legame è solo finzione e non realtà, e l’altra formata da un super depresso Valerio Aprea vittima delle continue allucinanti incursioni della sua ex Caterina Guzzanti impegnata a riconquistarlo: su tutte una con un Fausto Leali irresistibile.
Ci troviamo di fronte ad un prodotto che dovrebbe essere, qualitativamente parlando, lo standard di commedia italiana. Teoricamente se ogni commedia nostrana riuscisse almeno ad avvicinarsi al risultato finale raggiunto da questa pellicola, il nostro cinema potrebbe (e farebbe) di certo sorridere di più. Le cose purtroppo non stanno così, per questo motivo un prodotto molto buono come “Nessuno mi può Giudicareoggi acquista un valore ancor più grande rispetto a quello che in realtà avrebbe potuto avere in tempi diversi.
Trailer:

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