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Nessuno puo’ criticare il Capo dello Stato: è corsa alla successione tra Berlusconi e Hannibal Lecter.

Creato il 31 luglio 2012 da Malpaese @IlMalpaese

 

Mi sembra evidente che, in questo Paese, venga considerato “fuori dal Mondo” criticare il Capo dello Stato, pena trattamento da terrorista della peggiore specie, mentre sia una moda adeguarsi all’elogio a prescindere da quello che fa o dice il Capo dello Stato. Ma, noi critici, qualche ragione dobbiamo pure avercela. Voglio dire, Napolitano è quel Presidente della Repubblica che ha firmato tutte le leggi ad personam di Berlusconi anche se sapeva benissimo che erano palesemente incostituzionali e che sarebbero state bocciate dalla Consulta, anche se sapeva benissimo che poteva rispedirle al mittente (una volta) dando un segnale forte a quella parte politica e all’opinione pubblica. E’ quel Presidente che ha sospeso la Democrazia affidando questo Paese a Monti e ai suoi amici banchieri. E’ quel Presidente che chiede alla Consulta (piena di gente nominata proprio da lui) come scrive Travaglio “Di mettere in riga la Procura di Palermo che osa indagare sulle trattative Stato-mafia, incriminare l’amico Mancino e soprattutto rispettare l’art. 268 del Codice di procedura penale che proibisce ai pm di distruggere intercettazioni prima che lo faccia un gip, un giudice terzo, dopo aver sentito le parti. E cosa forse ancor piu’ grave, è quel Presidente che accusa la Procura di Palermo, neanche troppo implicitamente, di aver fatto fuori D’Ambrosio strumentalizzando qualcosa che non andrebbe mai strumentalizzata (la morte) per nessun motivo, dimenticandosi che non è stata certo la Procura di Palermo ad aver messo  in difficoltà D’Ambrosio.

Dal mio punto di vista è già discutibile che ci sia un articolo (278) del codice penale che reciti:  “Chiunque offende l’onore o il prestigio del Presidente della Repubblica, è punito con la reclusione da uno a cinque anni”. Un articolo che non definisce e distingue chiaramente il limite tra diritto di critica e offesa al prestigio e anzi sembra  che tutto sia oltraggio: “Le offese possono riguardare la persona del Presidente della Repubblica sia nell’esercizio o a causa delle sue funzioni, sia nella sua individualità privata, anche in relazione a fatti anteriori all’attribuzione della carica.

 Per la consumazione del reato in esame non è richiesto che l’offesa diretta al Presidente della Repubblica avvenga col mezzo della stampa, essendo sufficiente la semplice comunicazione dell’offesa ad un terzo con qualsiasi mezzo.”  Un articolo che, di fatto, ammazza il diritto di critica.

Ma anche la libertà di stampa è costituzionalmente garantita e percio’ le critiche alle piu’ alte cariche dello Stato dovrebbero essere il sale delle Democrazie.

Non in Italia, qui non si puo’ criticare il Capo dello Stato perché ogni critica, anche la piu’ insignificante, è potenzialmente oltraggio alla figura del Capo dello Stato. E tutti gli schieramenti politici sono allineati, tranne IDV e M5S che di fatto devono essere fatte fuori dalla competizione elettorale. Figuratevi che anche Vendola sta scaricando Di Pietro perché osa criticare (magari i toni sono sbagliati ma non le argomentazioni ) l’intoccabile per Legge.

Ora, a me pare evidente che queste siano le prove tecniche al settennato di Berlusconi. Silvio cerca un posticino dove nessuno possa toccare la sua persona e i suoi affari e il Quirinale è proprio (per Legge) il posticino giusto. In alternativa c’è sempre Hannibal Lecter.

 

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