Neve di Orhan Pamuk

Creato il 07 ottobre 2014 da Dida

Quante facce ha la neve? Cela e rivela contorni. Rende puro e immobile il mondo, sospende il tempo e ridimensiona lo spazio, ma allo stesso tempo è sporca, invadente, fastidiosa e insidiosa. Attraverso la metafora della neve, che diventa eponimo del romanzo, Pamuk ci parla di una tematica delicatissima: l'uso del velo e il fanatismo religioso in Turchia. Una questione semplice, un argomento sul quale possiamo esprimere subito, a caldo, un rapido ma accorato giudizio, che però si rivela più sfaccettata di quello che non appare. Attraverso Ka, un personaggio sospeso tra Oriente e Occidente,  felicità e infelicità, lo scrittore ci racconta di un mondo eternamente diviso tra l'amore  per Allah e la modernità, popolato da uomini e donne che si confrontano con l'altro e con sé stessi solo attraverso l'eccesso e il fanatismo. Il lettore,  immerso insieme ai protagonisti della nostra storia nella città di Kars, sospesa e isolata da una bufera di neve,  sarà messo a dura prova dalle paradossali discussioni, le affermazioni, le paure e le titubanze di chi è costretto a difendere ogni giorno scelte che, in alcuni casi, possono costargli la vita. Il tutto ci viene raccontato attraverso uno stile da fiaba, quasi da mille e una notte. Storie e personaggi che si incontrano e si scontrano: saggi, folli, umili e potenti. Il mondo condensato il 468 pagine. Pamuk ci racconta di un mondo sospeso tra passato e futuro, a tratti puro, a volte insidioso. 

Un mondo che diventa fiocco di neve, una neve mai uguale, che ci porta a fare i conti con le nostre idee, la nostra profonda solitudine. Vite come fiocchi di neve: sole, diverse, fragili. Un romanzo ciclico e corale che parla di vita, amore, morte, uomini e politica. Alla prossimaDiana

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