Neve, polemiche e intanto ‘arrivano i nostri’

Creato il 07 febbraio 2012 da Pdigirolamo

“Pare una scena di ‘ET’  la scritta Enel luccica nel buio come se dicesse ‘arrivano i nostri’”. Sarà che in tutto questo montare di polemiche per l’emergenza neve, trovare una storia di segno opposto fa un certo effetto. Ma l’articolo apparso oggi su La Repubblica (pagina 6) che racconta di alcuni operai dell’Enel in Val Roveto, nel cuore dell’Abruzzo, almeno un pochino mi ha fatto riflettere.

Il mix energetico dell’Italia è inadeguato. Vero. Bisogna sviluppare le rinnovabili e liberarsi dall’eccessiva dipendenza dal gas estero. Vero. In alcune zone dell’Italia le infrastrutture sono ferme a decenni fa. Vero. Ma c’è dell’altro.

Tanti disservizi, tante mancanze, altrettanti scaricabarile. Eppure, mentre il dibattito si condisce dei soliti ingredienti, qualcuno che è all’opera per riportare al mondo paesi che da giorni sono isolati c’è.

A mettersi a cercare online, dei fatti come quelli raccontati da Paolo Rumiz su La Repubblica se ne trovano. Qualcuna è spuntata perfino nel gran calderone di Porta a Porta, che ha intitolato la sua puntata di lunedì 6 “Impreparati di chi è la colpa?”. E non solo operai di Enel, ma anche di Autostrade, Trenitalia, volontari della Protezione civile. Insomma lavorano per i principali ‘indiziati’ di disagi ed emergenza.  La Repubblica li chiama “supereroi”, la vulgata direbbe ‘stanno solo facendo il loro lavoro’, sono ‘casi più unici che rari’. Dove sta la verità?

Nel suo articolo Rumiz scrive che per arrivare nella parte alta della Val Roveto gli operai hanno dovuto superare ostacoli sin dall’autostrada Roma-L’Aquila con camion abbandonati di traverso: “un delirio”. A salire poi per le stradine deve essere stata una vera impresa. E adesso sono lì con il gruppo elettrogeno per allacciare almeno una delle frazioni al buio da giorni. A valle si polemizza. “Su tutti incombe il mal comune, con montagne tremende battute da lupi e segnate da valanghe,  e quell’inverno terribile dovrebbe stringere patti di solidarietà tra gli uomini. Invece no, c’è egualmente tensione tra i soccorritori dell’Ultima Valle, la più disastrata e la più abbandonata da Dio e dagli uomini …”.

È l’emergenza nell’emergenza. La prima l’ha messa in scena la natura, la seconda è tutta nostra. Comincia con la poca prevenzione e gli allarmi disattesi, prosegue con i disservizi e le mancanze, finisce negli scaricabarile e nelle accuse. Intanto la realtà prosegue per la sua strada, prosegue con la rabbia e anche la paura di chi si trova isolato, senz’acqua e al buio per giorni e con gli operai della Val Roveto.

[foto da lanazione.it]



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