E' nata in Italia e torna dopo tanto tempo dal padre , una volta chirurgo di fama, che si è ritirato nella campagne toscane nei dintorni di Arezzo per studiare gli Etruschi.
Nel casale in cui abita il padre Jenny si sente sola e la sua solitudine è alleviata solo dalla conoscenza che fa di alcuni ragazzi che stanno in un orfanotrofio nelle vicinanze della sua abitazione proprio sulle rive del Lago degli Idoli, un misterioso sito archeologico che sembrava essere la sede di sacrifici umani.
L'apparizione di tre fantasmi di bambini etruschi che le chiedono di recuperare delle statuette antiche e gettarle sul fondo del lago cambia la vita di Jenny.
Le custodisce il padre e con loro custodisce un atroce segreto.
Neverlake è l'esordio nel lungometraggio di Riccardo Paoletti, regista proveniente dal mondo della pubblicità e questo film fa parte del progetto Web Movies, ad opera della Rai che prevede l'uscita di film di genere come questo che vede alla sceneggiatura anche quella Manuela Cacciamani ( qui assieme a Carlo Longo) che della stessa serie ha prodotto anche Fairytale ( che circola anche con il titolo di The Haunting of Helena).
Quindi film italiani prodotti in Italia ma recitati in inglese da attori non italiani , pensati più per il mercato internazionale che per quello interno.
Della serie " noi in Italia facciamo anche i film horror ma li facciamo vedere solo all'estero perché da noi non se li filerebbe nessuno".
Un po' la stessa cosa successa con Psychomentary di Luna Gualano, a testimonianza di come il mercato italiano non fornisca alcuna attrattiva verso chi voglia fare del cinema di genere o comunque diverso dalle solite commedie.
Sarà che quando sento parlare di Etruschi e del mistero che ancora oggi si portano dietro io vado in sollucchero, ammetto di essere stato subito attratto da questo film che racconta una storia sospesa nel tempo tra un passato lontano migliaia di anni e un presente asettico, privo di slanci, con una molteplicità di ispirazioni e suggestioni che vanno dalla ghost story al puro torture porn, solo suggerito , diciamo evocato in un finale per nulla scontato.
Si respira aria di Saint Ange di Pascal Laugier ma anche le atmosfere cariche di mistero di The Orphanage, cult horror spagnolo firmato Juan Antonio Bayona.
Un mistero celato dentro quattro spessi muri , un segreto tenuto nascosto per tanti anni , un padre reticente a parlare di sé e del suo passato, lo spettro di un'innocenza infranta troppo presto e una figlia curiosa di sapere qualcosa di più sulla madre , morta quando lei aveva due anni.
Paoletti riesce a costruire un universo sulfureo che all'inizio sembra debitore del primo Dario Argento e poi nella seconda parte cerca a suo modo di avere una propria personalità , ben definita.
Le ispirazioni sono ben evidenti ma il film comunque si lascia vedere e ha un finale che non sgonfia tutto quanto visto in precedenza, per quanto possa essere intuibile sin da subito a coloro che sono un po' più smaliziati nel genere.
Lodevole l'intento di costruire qualcosa di nuovo ,aggiungiamoci uno stile registico abbastanza raffinato e si può rendere questo film un ideale punto di partenza per ricostruire il nostro nome in un genere in cui una volta eravamo considerati maestri.
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PERCHE' SI : Daisy Keeping è una bella scoperta, Paoletti ha uno stile registico piuttosto raffinato, finale a sorpresa
PERCHE' NO : le ispirazioni forse sono troppo ben visibili, qualche errore ( tipo la polizia municipale che sostituisce i Carabinieri o la Polizia vera a propria ), un doppiaggio non sempre all'altezza.
( VOTO : 6 + / 10 )