Nevrosi di Natale a Cortina

Creato il 02 dicembre 2011 da Frankezze

Il mio caporedattore, che Iddio lo abbia in gloria, mi ha chiesto di recensire Vacanze di Natale a Cortina, che uscirà tra due settimane.

-   Fallo per Frankezze -  mi ha detto.

-   Va bene, ma voglio 6.000 euro.

-   Li avrai – mi ha risposto lui – li avrai.

Sì, lo so cosa state pensando: i vecchi pregiudizi, puzza sotto il naso, il solito post supponente e snob, è il cinema popolare, bellezza, piace a tantissima gente e i film prima si guardano e poi si giudicano. E poi chi sono io per contestare i gusti delle persone?

Sì, lo so, ma la mia domanda è: vale anche davanti a un cast che include Emanuele Filiberto? Vale anche davanti al principe meno affascinante degli ultimi ottocento anni? Bisogna riconoscere però che inserirlo nel film risolve brillantemente un vecchio problema di marketing: conquistare i monarchici.

Ma basta con questi facili pregiudizi: andrò a vedere il film da vero professionista. A questo punto il problema diventa: e se qualcuno, un amico, un conoscente, mi riconoscesse mentre compro il biglietto? Sappiamo come le persone possano essere maligne e prevenute, le malelingue mi inseguirebbero per anni. Che ne sarebbe di me?

Certo, potrei sempre portarmi dietro una copia di “Teoria del film” di Siegfried Krakauer, e leggerlo ad alta voce in fila alla cassa. Ma temo che prenderebbe fuoco alla prima battuta di Ricky Memphis. D’accordo, questa era gratuita, chiedo scusa. Maledetti pregiudizi. E comunque sì: c’è Ricky Memphis. Da quello che si intuisce dal trailer, Emanuele Filiberto gli fa da spalla. Forse da un punto di vista tecnico non si possono nemmeno più chiamare pregiudizi.

Ma non vi ho detto la novità: c’è Christian De Sica.

A conti fatti, credo che per mettermi nella giusta disposizione d’animo non resti francamente che andare a vederlo in un’altra città. Per esempio: Brescia. La domanda quindi diventa: conosco qualcuno a Brescia? Mi sembra di no.

Anche se a questo punto tanto vale togliersi il pensiero e andare a vederlo direttamente a Cortina. Potrei venderla come performance di arte concettuale. Vacanze di Natale a Cortina a Cortina. Ultimo tango a Parigi a Parigi. E così via, fino a Fuga da Alcatraz a Alcatraz.

Ok, basta. È inutile girarci intorno. Lo so che tutti questi dubbi ne nascondono in fondo uno solo. Drammatico.

E se poi, nel buio della sala, quando sarò solo con me stesso, anonimo e al sicuro dal mondo, e se poi, alla fine, il film, inaspettatamente, mi piacesse?

Che ne sarebbe di me?


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