E io che pensavo che le ciabatte fossero il male.
Il mio post serio dovrà aspettare ancora, ma per una buona causa: la mia designer preferita è tornata a creare. Così, se volete essere chic e fare il paio con le bocche dentate e gli anelli VAFFANC**O, potete pescare liberamente dalla nuova collezione shoes della Ferragni. Devo ammettere, però, che la Chiara è sempre capace di sorprendermi. Perché ogni volta, ogni volta penso “ma no, non potrà fare peggio di così”, e invece.
In principio c’erano i tacchi “bicolor” pericolosamente simili a quelli di Casadei (anche per le pump precisamente identiche alle YSL), poi i biker boots pseudo Ash, poi i sandali che per pochissimi dettagli differivano da quelli di Jimmy Choo, poi le slipper alla Charlotte Olympia (ma con Matilda eh). Insomma, la Chiara è avezza al plagio all’ispirarsi ad altri designer e trend già consolidati. E adesso? Ora è il momento degli scarponi cut-out come se Balenciaga non li avesse mai inventati, delle chunky soles alla Stella McCartney (che io ho preso da New Look a circa 30€), sempre a cifre accessibilissimeeee (si viaggia sui 250/300 €): scusate, ma a questo punto preferisco devolverli a Stella (che tipo queste, in saldo costano anche meno).
Eppoi? Abbiamo ancora le slipper glitterate con gli occhi (brrrrrr), degli ankle boots che da H&M in saldo ho visto di meglio, degli stivali con fibbie che non son buoni nemmeno per fare un brutto cosplay di Shermie. E volete sapere la buona notizia? Ora potete comprarle anche online!
Ma se tutto questo pensavate che fosse il male peggiore, vi dirò che non è così: eggià, perché vi ho tenuto la chicchetta finale per ultima. La cosa che davvero mi ha fatto sentire male è questa, la campagna pubblicitaria:
E come se non bastasse il fatto che questa campagna è brutta, da un’avvilita ho pure scoperto che è copiata (strano) nientepocodimenoche da una campagna di Kenzo: a me non piace nemmeno l’originale, ma almeno è ben realizzata (a differenza di quella della Ferragni).
Tutto questo mentre escono ancora articoli pronti a tessere le lodi della nostra eroina: peccato che, dei 600mila visitatori unici al mese, pare che in realtà non ce ne sia nemmeno l’ombra: guardare al numero 233 per credere. Però nulla potrà smentire l’immenso successo che la collezione sta raccogliendo sui social.