Bene, sono le 2 di notte e io sono più sveglia di quanto non sia mai stata…. Iniziamo bene! Grazie yet lag. Alle 8:30 decido di alzarmi e prepararmi, tutto con un’irreale silenzio per non svegliare Lizzy. Chi mi conosce lo sa che quando io cerco di fare piano è il momento in cui rompo una bottiglia o faccio cadere l’oggetto più pesante della casa. Ad ogni scricchiolo del pavimento di legno vorrei morire. Pronta in un tempo stranamente record, mi metto a scrivere. Abbiamo appuntamento per il branch e alle 9:30 si deve uscire di casa. “Liz sono le 9:15” le dico piano. “Cosa?!” urla, “No sono le 8:15…”. Allora significa che anche a New York ci sia l’ora legale… FAIL!
A quanto mi dicono, il branch è la cosa “in” da fare a New York, o come dice l’amica di Lizzy, Katie, una scusa per cominciare a mangiare un assurdo mix di gustosissime schifezze già alle 11 del mattino. La nostra meta è Community, un adorabile cafè normalmente occupato dagli studenti della Columbia University, che padroneggia fiera in questa zona del quartiere, ma essendo spring break, gli studenti sono a casa per le vacanze e i comuni mortali possono avere accesso a questa Mecca del branch. Devo ammettere che è il primo branch in assoluto, quindi non ho la minima idea da dove cominciare; decido che una buona tecnica potrebbe essere quella di spiare i tavoli intono a me mentre aspettiamo il nostro turno e cercare di captare cose che potrebbero piacermi. Ovviamente perché non è strano fissare estranei mentre mangiano… La varietà delle scelte è variopinta: dalla zuppa di fagoli neri (non è un’opzione per me!), ai classici waffle o uova e bacon. Io decido di andare sul sicuro con pancake ai mirtilli e una brodaglia chiamata caffè. Katie ci racconta di uno scandalo di droga nella scuola media in cui insegna, cosa di cui ha deciso di non occuparsi fino alla fine dello spring break… come darle torto.
Il piano mio e di Ramsey, forse più il mio che obbligo lui a seguire, è di fingere di essere cool newyorkesi disinteressati nel week end e nelle serate e fare i turisti imbarazzanti durante la settimana quando Lizzy sarà al lavoro al sicuro dalle mie figuracce. Per questo in questi primi giorni sarà lei ha scegliere le attività da fare e quando la decisione tocca ad una laureata in storia dell’arte prestata alla finanza, sei ben felice di passare i due giorni successi nei musei più importanti del mondo. Tra sabato e domenica faremo incetta d’arte con il American Museum of Natural History (si quello di Una notte al museo e dove lavorava Ross di Friends), il Metropolitan Museum e MoMa. Una cosa che ho scoperto di New York è che la maggior parte dei musei, a parte tipo il MoMa che è privato e costa la bella cifra di 25 dollari, hanno il “prezzo consigliato”, ovvero che essendo sovvenzionati dallo Stato non possono mettere un prezzo fisso, ma i visitatori possono contribuire con la somma che desiderano. Tutti i newyorkesi danno un dollaro. Il problema è che se non cogli questo discorso, o se nessuno te lo spiega, quando arrivi alla biglietteria ti dicono “prezzo suggerito” e sullo schermo appare una somma intorno ai 20 dollari; uno sventurato turista qualunque, quindi, è portato a pensare che quella è la cifra che deve pagare. Furbi!
Il museo di storia naturale si trova nell’Upper West Side, il quartiere facoltoso e residenziale che si affaccia sulla parte ovest di Central Park, ovvero anche dove si trovava l’appartamento di Miranda in Sex and The City. Tra l’altro ho scoperto proprio oggi che quello di Carrie nell’”Upper Est Side” in realtà è un edificio nel West Village. Che fregatura. Il museo è dedicato a Theodore Roosevelt e ad accoglierti c’è un enorme scheletro dinosauro e io ovviamente non posso evitare di raccontare a tutti di quando il mio spavaldo fratello, amante dei dinosauri da bambino, si era messo a piangere terrorizzato davanti a quello robot di Mirabilandia. Scusa Cla! In questo periodo c’è una mostra speciale sulle balene, che io, visto i precedenti a Milano ho deciso di evitare, ma questa è tutta un’altra storia…
Dopo essermi accuratamente mimetizzata tra i bambini mentre guardavo a bocca aperta pianeti, animali e dinosauri, è ora di fare una passeggiata per l’Upper West Side in direzione di Columbus Cicle. Non prima, però, di aver fatto una sosta al Milk Bar, una pasticceria famosa per i suoi cookies e in cui tutte le cameriere indossano delle bandane stile anni ’60. Io esco con un milkshake al gusto birthday cake, come suggerito dalla ragazza alla cassa. Non ho ancora capito cosa fosse, ma era zuccheroso abbastanza per farmi camminare per altre 3 ore. La prossima tappa è il Lincoln Center, che le fashioniste riconosceranno come la nuova sede della New York Fashion Week, e che nel resto dell’anno è dedicato ad ospitare balletti e concerti, tra cui anche le performance della Julliard. Non sto nemmeno a citare in quali film abbiamo sognato la Julliard insieme ai protagonisti. Proseguendo oltre noto subito l’Empire Hotel, che ai miei compagni di viaggio non dice nulla, ma che, come sanno tutte le fan di Gossip Girl li fuori, è l’albergo dove vive, e possiede, Chuck Bass dalla terza stagione. Arrivati a Columbus Circle cominciano a svettare i grattacieli, Midtown è vicina!
La nostra giornata si conclude con una cena casalinga per la quale dobbiamo aprire tutte le porte o l’allarme antifumo comincerebbe a suonare. E non pensate male niente è andato bruciato, basta solo un po’ di bacon per svegliare tutti. Rischi del mestiere!