news dal Texas: no choice

Da Suddegenere

Dopo  “Choice: Texas a very serious game” sul sito #Centonovantaquattro, metto a disposizione qui un altro racconto dal Texas, grazie alla traduzione di Andrea Morgione :

<< Le leggi sull’aborto spingono le cliniche in Texas a chiudere i battenti , NYTimes 6 marzo 2014,

di Manny Fernandez. 

McAllen, Texas. Poco prima di una veglia a lume di candela sul marciapiede all’esterno, gli impiegati dell’ultima clinica abortiva nella Valle del Rio Grande, Texas del Sud, hanno chiuso le porte in anticipo giovedì mattina (6 Marzo 2014, NdT), rendendo l’aborto legale non disponibile nella parte più povera dello Stato sulla scia di nuove restrizioni approvate l’anno scorso dalla legislatura del Texas.

Le chiusure avvenute giovedì di due cliniche gestite da Whole Woman’s Health (una qui a McAllen e l’altra nella città di Beaumont, Texas Est) sono parte di un’ondata di cliniche in chiusura causata dalla nuova legge.

C’erano 44 stabilimenti che praticavano aborti in Texas nel 2011, dicono i fautori dell’aborto. Dopo le due chiusure di giovedì, ne restano 24, dicono. Quando la legge verrà implementata appieno in Settembre, si prevede che quel numero crollerà a sei.

“Ci spezza il cuore”, ha detto Amy Hagstrom Miller, amministratrice delegata di Whole Woman’s Health, che ha combattuto in tribunale le disposizioni della legge. “È stata una decisione molto difficile. Ho provato tutto quello che ho potuto. Semplicemente, non posso lasciare quelle porte aperte”.

I gruppi contro l’aborto hanno detto che alcune delle ragioni per la chiusura delle cliniche erano “condizioni deplorevoli”, violazioni delle regolamentazioni statali sulla sicurezza e un alto tasso di avvicendamento dello staff, accuse che gli operatori hanno negato. Ciononostante, gli oppositori dell’aborto hanno espresso soddisfazione quando le due cliniche, che insieme trattavano quasi 3000 pazienti annualmente, hanno chiuso i battenti.

“Siamo compiaciuti del fatto che le donne non riceveranno mai più cure sotto gli standard da nessuno di questi stabilimenti abortivi”, ha detto Joe Pojman, direttore esecutivo della Texas Alliance for Life.

L’aborto è stata una questione politica incendiaria l’anno scorso in Texas, quando i legislatori repubblicani, supportati dal governatore Rick Perry, hanno approvato alcune delle restrizioni più dure nel paese, nonostante una maratona di ostruzionismo che ha trasformato il senatore di Stato Wendy Davis in una figura politica di importanza nazionale. Da allora le politiche si sono attenuate. Ms. Davis non ha presenziato alle chiusure delle cliniche di giovedì e non ha enfatizzato la problematica nella sua campagna per il governatorato.

Ma l’impatto della normativa nel mondo reale si è fatto sentire nei mesi da quando la legge è passata.

A McAllen, la chiusura dell’unica clinica abortiva della città ha incrementato i costi, il tempo e la distanza di viaggio per le donne che vogliono abortire. Donne che hanno compiuto un viaggio fino a San Antonio di circa 4 ore e 380 chilometri o uno di 5 ore e quasi 500 chilometri ad Austin per ottenere un aborto. C’erano solo due cliniche in grado di praticare aborti nella valle del Rio Grande, ma quando giovedì è calato il sole non ce n’era più nessuna. L’altra clinica nei pressi di Harlingen ha chiuso giorni fa.

L’attività alla clinica a McAllen ha rallentato recentemente. Ha smesso di praticare aborti l’anno scorso, dopo che parti della legge sono diventate esecutive. Martedì, la sala di assistenza post-operatoria, dove le donne che ricevevano l’aborto erano condotte per ristabilirsi, era ingombra di scatole di dati mentre gli impiegati della clinica si preparavano per giovedì.

“Qualche volta, durante la mia pausa pranzo, tornerò qui, e non potrò fare altro che sedermi qui”, ha detto Lucy Carreon, la rappresentante delle pazienti della clinica, che si sta trasferendo a San Antonio per lavorare al centro Whole Woman’s Health della città. “È incredibilmente triste. Non ci posso credere”.

I capi di Whole Woman’s Health, che dirige cliniche in Texas e in altri due Stati, hanno detto di aver chiuso quelle a McAllen e Beaumont principalmente a causa di una restrizione della legge: l’obbligo che i dottori che effettuano aborti abbiano il permesso di effettuare ricoveri in un ospedale in un raggio di 30 miglia dalla loro residenza.

Ms. Miller ha detto che pressoché tutti i loro dottori non erano in grado di ottenere tali permessi negli ospedali vicini, e che alcuni ospedali hanno addirittura rifiutato di fornire ai dottori un modulo di domanda per richiedere tale permesso.

Un’altra parte della legge, che diventerà esecutiva entro Settembre, richiede alle cliniche di rientrare negli standard dei centri chirurgici, il che significa che tutte le procedure di aborto, anche quelle non chirurgiche, devono avere luogo in sale operatorie attrezzate come quelle di un ospedale. È proprio questo requisito che, secondo i fautori dell’aborto, probabilmente ridurrà a sei il numero di cliniche nello Stato ed è sempre questo che, a dire di Ms. Miller, ha giocato un ruolo nella decisione di chiudere le cliniche di McAllen e di Beaumont.

I promotori di matrice repubblicana della legge hanno detto che essa avrebbe protetto la salute delle donne e mantenuto le cliniche abortive entro standard più sicuri. I loro oppositori hanno ribattuto che essa era un tentativo incostituzionale compiuto dai repubblicani per ottenere un divieto implicito e illegale di praticare aborti ed è stata creata per costringere le cliniche alla chiusura. Mr. Perry ha affermato che uno dei suoi obiettivi futuri è “rendere gli aborti, a qualunque stadio, un ricordo del passato”, e un altro leader repubblicano, il vice-governatore David Dewhurst, ha suggerito su Twitter l’anno scorso che la chiusura delle cliniche era parte dello scopo della legge, nota come House Bill 2.

In una dichiarazione, Ms. Davis, che compete per la poltrona di governatore contro il Procuratore Generale Greg Abbott, un repubblicano che ha difeso la legge in tribunale, ha messo in rilievo gli altri servizi forniti dalle cliniche, oltre all’aborto, che ora non sono più disponibili per molte donne.

“Queste cliniche forniscono cure preventive salvavita, screening per il cancro e controllo delle nascite alle donne Texane”, ha detto. “Politici come Greg Abbott stanno attuando forzatamente la loro personale agenda politica e minacciando la salute delle donne in tutta la valle del Rio Grande”.

Anche prima che l’intera regolamentazione entri in vigore, le donne che vivono nelle aree rurali hanno già più difficoltà ad abortire di quelle che vivono in centri urbani come Houston o Dallas.

Nella città del Texas Ovest di Lubbock, Planned Parenthood ha chiuso l’unica clinica lì presente che praticava aborti, spedendo molte donne dritte verso un viaggio di cinque ora a Dallas o Albuquerque, qualcosa come 510 chilometri di strada. La chiusura della clinica a Beaumont ha reso Houston l’opzione più vicina, e stiamo parlando di più di un’ora di macchina. Una clinica a Corpus Christi, più vicina a McAllen di San Antonio ma comunque a due ore e passa di distanza, chiuderà a Settembre a causa dei requisiti che entreranno allora in vigore.

A McAllen, i problemi connessi al viaggio verso San Antonio di 380 chilometri (sola andata), come costi addizionali per il carburante, l’alloggio o il babysitting dei figli rimasti a casa, hanno fatto si che alcune donne siano andate in Messico a comprare una “pillola per l’aborto” largamente disponibile che può causare aborti spontanei (ovviamente successivi a quello voluto, si intende, NdT) e, secondo gli esperti, presenta seri rischi per la salute. Ms. Carreon, rappresentante dei pazienti, ha detto di credere che 30-40 donne che hanno contattato la clinica a partire dall’anno scorso hanno deciso per conto loro di prendere la pillola.

Alcune donne intervistate alla clinica di McAllen hanno detto di aver preso in considerazione l’idea di compiere il viaggio di 30 minuti in Messico per prendere la pillola, un farmaco chiamato misoprostolo* conosciuto col marchio di Cytotec, ma alla fine hanno deciso di non farlo.  

*Farmaco utilizzato normalmente per la prevenzione delle ulcere gastriche causate dai cosiddetti FANS, o Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei, per trattare, con pessima ironia, l’aborto spontaneo, per indurre il travaglio di parto quand’esso non si presenti e, come in questo caso, come farmaco abortivo. In Italia, quest’ultimo uso è off-label. Utilizzato per via endouterina. Con il nome di Cytotec, è stato prodotto dalla nota casa farmaceutica Pfizer, all’epoca GD Searle & Company. Interessante notare come, a meno che non ci abbia visto doppio, tale farmaco non è nominato da nessuna parte sulle pagine Wikipedia in inglese e italiano della Pfizer, né come attualmente in produzione né come fuori produzione o sotto osservazione.

“Onestamente, penso che andranno a sud del confine, se sono costrette a farlo”, ha dichiarato una donna ventitreenne che è stata una delle ultime pazienti della clinica ed è andata a San Antonio per un aborto il mese scorso. “È più economico e più vicino. Andare a San Antonio è una scocciatura immensamente più grande e costa molto di più”.

Il giorno del suo appuntamento a San Antonio, la donna, che ha chiesto di rimanere anonima, ha detto di aver lasciato la città con un amico intorno alle 3 del mattino, arrivando alla clinica per le 8. Ha dovuto passare tutto il giorno lì, aspettando di essere ricevuta. La clinica di San Antonio, si è scoperto, era gremita di pazienti provenienti dall’area della valle del Rio Grande.

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Lucinda Holt ha contribuito all’articolo da Lubbock, Texas.


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