Nella delicata querelle sull’aeroporto Antonio Canova interviene il Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso
“Lo dicono gli inglesi: per una sosta a Treviso…..Venezia può attendere!”
Il prestigioso “The Teleghraph” lo consiglia ai propri lettori
di Gianni GARATTI (*)
In questi giorni, a vario titolo, ho letto di tutto e di più sulla questione Aeroporto Canova.
La scelta di intervenire a consuntivo (almeno questo è ciò che mi auguro) e da me voluta al fine di lasciare ai tecnici ed alla proprietà le necessarie valutazioni e le opportune considerazioni, non è Salomonica né, tantomeno, opportunistica.
Condivido con molta serenità le posizioni del nostro Sindaco Manildo così come ritengo altrettanto necessario evitare allarmismi, sedicenti vittorie o dietrologie: il dato di fatto è scritto e se ne deve tenere conto sino a prova contraria, così come è nei sacrosanti diritti dell’Azionista di maggioranza, per far sì che il piano industriale dell’Aerostazione trevigiana trovi una sua sostenibilità sotto tutti i punti di vista.
Sono da poche settimane insediato alla Presidenza della Società di gestione del Canova ma, come detto, il mio contributo al nuovo dibattito sulla nostra aerostazione, è in qualità di Presidente del Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso.
Voglio qui condividere con i trevigiani (ma anche con i quasi 2 milioni di passeggeri che transitano al Canova) un importante recensione su Treviso e la sua Marca, pubblicata il 24 u.s. sul prestigioso quotidiano inglese The Telegraph.
Nella sezione Travel, la giornalista Lee Langley ne dipinge i tratti più delicati, più morbidi e romantici e, con determinazione, quasi stigmatizza i viaggiatori provenienti dal Regno Unito a non lasciare frettolosamente il nostro Aeroporto Canova per dirigersi ai bus navetta che portano a Venezia ma, concludendo questo suo “prezioso” pezzo, così li invita e li ammonisce affinché ”…così la prossima volta che prendete la strada per Venezia (una volta scesi dall’aereo), perché non lasciate il bus navetta per un altro giorno? Portatevi a casa il ricordo dei modi cortesi e della vera ospitalità italiana (quella trevigiana…), troppo spesso oscurata dalla frenesia del turismo di massa. Un tavolino di un bar con un bicchiere di prosecco sotto i portici, il suono di un piccolo mulino legato al passato, una cena che include un piatto con radicchio rosso … Venezia può attendere…”
Ebbene, con nostro grande orgoglio, ecco perché il turismo difende il nostro aeroporto. Lee Langley ancora una volta premia il lavoro di questi anni che, come Consorzio ed assieme ai nostri Associati e partners pubblici e privati, da 17 anni portiamo avanti, nel concetto di una Marca trevigiana non certo “dormitorio di Venezia” ma “giardino di Venezia”; un territorio da vivere non con frenesia ma con sentimento ed attenzione e questo dai nostri Ospiti è stato percepito chiaramente.
Molto probabilmente, se gli inglesi atterrassero direttamente a Venezia, la nostra Treviso e la Marca oggi non potrebbero dialogare con quel turismo: se qualcuno di voi ha fatto scalo con Ryan Air a Beauvais, l’aeroporto di Parigi (a 85 km dalla Torre Eiffel) o Skavsta, l’aeroporto di Stoccolma (a 106 km dal Centro della capitale) o Girona, (a 110 km da Barcellona), condividerebbe la fortuna di avere Venezia a soli 23 chilometri e di questo, noi del turismo ne dobbiamo tener conto e con altrettanta consapevolezza dobbiamo schierarci perché comunque tutto si risolva, e nel più breve tempo possibile.
(*) Presidente Aer Tre Spa e del Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso