A. M. S. I.
Associazione Medici di origine Straniera in Italia
Nasce il “Dipartimento di medicina orientale e transculturale” dell’AMSI
LA MEDICINA ORIENTALE:
INIZIAMO CON MEDICINA ARABA, MEDICINA CINESE E MEDICINA INDIANA A CONFRONTO…
I medici arabi sono 2114 ,i medici indiani sono 86 ed i medici cinesi sono 43.
In seguito all’ aumento delle richieste di informazioni sui metodi della medicina “alternativa” e sulla medicina orientale allo sportello AMSI, nonché un importante aumento dei cittadini di origine straniera e non che, o per cultura o per una semplice voglia di recuperare l’utilizzo degli elementi naturali come cura, si affidano alla medicina orientale, nasce il Dipartimento di Medicina Orientale e transculturale dell’AMSI con le finalita’ di ricerca ,informazione , conoscenza , legalita’e confronto tra servizi sanitari nel mondo.
Dichiara Foad Aodi presidente Amsi e Co-mai
Un dipartimento in cui si metteranno a confronto medici Amsi ed italiani per approfondire i principi e le peculiarità della medicina orientale e gli aspetti culturali in medicina per mettere a disposizione le informazioni e la professionalità che devono accompagnare il fruitore nella scelta adeguata di una o dell’altra per la cura delle diverse sintomatologie, per evitare inganni e speculazioni da parte di “specialisti” non realmente abilitati alla professione o iscritti ad ordini di medici, ed aperto a tutti coloro siano interessati a promuovere tale iniziativa.
Uno dei principali motivi che hanno portato alla nascita del dipartimento è, infatti, il volere fornire una corretta informazione,soprattutto su strutture ove si possa ricorrere a tali cure in piena sicurezza e sugli specialisti accreditati e/o diplomati, nel rispetto del “pluralismo scientifico come fattore essenziale per il progresso della scienza” e della “la libertà di scelta terapeutica del paziente e la libertà di cura”.
in base a quello citato sopra chiediamo di istiture presso gli Ordini dei Medici ed Odontoiatri in Italia un Registro ,con requisite bendefinite,di medici esperti in medicina orientale e transculturale per la tutela sia dei medici che i pazienti ,continua Aodi ,Fondatore di Uniti per Unire
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Ma cos’ è la medicina orientale?
La Medicina Orientale pone attenzione alla sincronia di cose ed eventi, più che ai rapporti causali tra eventi che determinano una patologia, un modo di pensare, questo, che viene definito da Needham correlativo: l’individuo sano e la società sana sono parti integranti di un ordine strutturato e la malattia è considerata come il risultato di una disarmonia a livello individuale e sociale.
In quest’ottica, il termine sincronia (dal greco syn “con” chronos “tempo”) significa il rapporto temporale tra più eventi, azioni e funzioni, che diventano la “misura” della salute. I singoli organismi interagiscono e comunicano fra loro coordinando i loro ritmi ed integrandoli con quelli più ampi dell’ambiente che li circonda.
Essere sani significa essere in sincronia con se stessi e col mondo circostante; il processo di guarigione avviene grazie al sistema mente/corpo, attraverso un atteggiamento positivo e fiducioso da parte del paziente; il terapeuta avrà solo funzione di ridurre lo stress eccessivo, di “irrobustire” il corpo e di incoraggiare il paziente a sviluppare fiducia in se stesso.
Sin dall’antichità, gli orientali hanno riconosciuto che il Corpo è parte della Natura e che l’uomo vive costantemente sotto l’influsso della Natura.
Nella natura esiste un ordine, un principio di flusso costante, in accordo con il principio fondamentale che il nostro mondo è in perenne mutamento.
La medicina islamica è una medicina completa e sofisticata, con metodi diagnostici e terapeutici altamente sviluppati ed una ricca farmacologia.
E’ comunque quasi sconosciuta in Europa e non dispone di “tecnici” europei, a differenza della medicina orientale; solo nelle comunità degli immigrati musulmani se ne trova ancora traccia, frammista alla tradizione religiosa.
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Un po’ di storia…
Il primo medico arabo del quale si ha qualche notizia è stato al Harith ibn Kalada al-Thakesi, nato vicino alla Mecca nel 670 d.c e che aveva studiato Medicina a Jundishapur.
Di Ràzì (865-925 d.C. circa), medico persiano che scriveva in arabo, si ha qualche notizia in più: è stato raffigurato al capezzale di un giovane paziente malato di morbillo; fu il primo a descrivere il morbillo e il vaiolo con precisione clinica e ad osservare e registrare la reazione della pupilla alla luce. Scrisse inoltre il primo libro che conosciamo sulle cure pediatriche. Ciò che Ràzì fece e scrisse più di mille anni fa, suscita ancora oggi ammirazione, in quanto rappresenta il meglio della medicina araba.
Nonostante vadano attribuite agli Arabi numerose scoperte mediche, ad esempio, la descrizione di malattie esantematiche, endemiche o di natura batterica come la tubercolosi, un’ottima conoscenza dell’oftalmologia (per le diffuse affezioni oculari, dovute alla polvere del deserto e del clima caldo), della chirurgia dell’osso e della protesistica dentale, interventi chirurgici come la tracheotomia e la rimozione dei calcoli vescicali, ecc., costoro s’affermarono principalmente nel campo della farmacologia, dopo un periodo oscuro d’alchimia legata all’astrologia.
Già agli albori del IX secolo, la preparazione e la dispensazione del farmaco era affidata ad un farmacista, specializzato, abilitato alla professione, e svincolato dal medico, salvo che per le prescrizioni cui attenersi. Le rigorose leggi sanitarie prevedevano visite d’ispezione alle spezierie .
La medicina cinese è annoverata tra le medicine non convenzionali e si ritiene costituisca il più antico sistema medico conosciuto. È un sistema medico complesso, la cui versione più diffusa è il modello della Medicina Tradizionale Cinese (MTC), la cui fondazione risale all’epoca di Mao. Quando invece si parla di Medicina Classica Cinese (MCC) si fa riferimento ai modelli medici più antichi.
Il fondatore della medicina cinese è Shen Nong. Vissuto all’incirca nel 3000 a. C. . Il più antico trattato di medicina risale al 2650 a.C. ed è intitolato Nei Jing; quest’opera, che fu scritta dall’imperatore Huangdi, ordina tutte le conoscenze del tempo ed illustra la filosofia di base della tradizione cinese. Per la medicina tradizionale cinese tutto è energia. Qualsiasi cosa esistente in natura, compreso l’universo, è energia in continuo moto e perenne trasformazione. Il simbolo che riassume tutto il pensiero cinese è quello del Tao.
Questo simbolo rappresenta nel suo cerchio un’unità, che contiene due forze contrapposte ma complementari. Queste continuano eternamente a fluire l’una verso l’altra e, quando arrivano al proprio massimo energetico, hanno comunque dentro di sé una piccola parte dell’altra. Le due forze sono chiamate dai cinesi yin e yang. Esse sono presenti ovunque e regolano con il loro movimento tutte le cose. L’una esiste perché esiste l’altra e non è possibile separarle né negarne una perché si dissolverebbe il senso dell’altra.
In seguito, via via che aumentavano le cognizioni sulla salute e sulle malattie dell’uomo, i testi di medicina si moltiplicarono, mentre l’agopuntura e la moxa, due tra le terapie della medicina tradizionale cinese, si svilupparono notevolmente in tutta la Cina.
L’Asia è indiscutibilmente il continente dei massaggi, che fanno parte integrante delle terapie per curare il corpo e la mente.
La medicina indiana vive tre fasi distinte: è prima magica, poi sacerdotale per diventare poi dominio di pratici esperti.
I libri medici indiani sono enciclopedie preziose e tutto il sapere medico antico è fedelmente conservato: Sushruta è un testo considerato già antico del V secolo ed è tuttora studiato.
Nella medicina tradizionale indiana, detta Ayurveda, malattia e salute rappresentano dei processi cui concorrono il corpo, la mente e lo spirito. Terapie come i massaggi, le tecniche di purificazione, la meditazione concorrono a ripristinare l’equilibrio compromesso.
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Alcune statistiche…
I medici di origine straniera in Italia sono circa 16 mila.
MEDICI ARABI sono circa 2114.
Il 40%, laureati in Italia, rimane in territorio italiano per lavoro. La maggioranza è costituita da pediatri, ginecologi, medici generici e chirurghi, ortopedici, fisiatri e medici d’urgenza e lavorano sia nel privato che nel pubblico.
la maggioranza fa’ parte della prima fase dell’immigrazione degli anni 60-90 dove arrivavano in Italia come studenti .
la maggioranza dei medici arabi stanno in Lombardia ,Veneto ,Sicilia ,Lazio ,Emiglia Romagna e Campania.
MEDICI INDIANI 86 , MEDICI CINESI SONO 37 – 6 DA TAIWAN.
La metà dei medici cinesi ed indiani è laureata in Italia e l’altra meta’ ha ottenuto il riconoscimento del titolo estero in Italia.
la maggioranza lavora presso ambulatori privati e stanno al nord.
Cordiali Saluti
Ufficio stampa AMSI.