1) Da ‘analogista incallito’ la scelta della Nex ha turbato molti amici, che non credevano alle loro orecchie. Ho spiegato chela scelta per tale macchina è stata basata su due soli fattori: la possibilità di montare praticamente qualsiasi obbiettivo esistente, mantenendo l'automatismo dello scatto in priorità di diaframmi e il costo. Infatti la Nex è l’unica di cui si trovano facilmente i soli corpi.Dopo averla avuta in mano sono felice della scelta.2) E’ compatta, ma non più di tanto. ha più o meno lo stesso ingombro di una telemetro, ma è sbilanciata dal bocchettone a sx. è più grande delle P&S a pellicola (sul tipo delle Ricoh 500G), ma più piccola di una Nikon FE.Senz'altro non è una macchina da impugnare tenendo il solo corpo con inserito un tele lungo e pesante, è troppo sottile; ma l’abitudine di sorreggere l'ottica con la mano sinistra (tipica delle reflex) risolve il problema.3) Con il firmware V3, io utilizzo il pulsante in basso solo per zoomare la messa a fuoco (se mi va), tutto il resto non serve.Impostando, ovviamente prima, gli ISO, la priorità di diaframmi e lo scatto senza ottica, non c'è altro da fare che puntare, mettere a fuoco e scattare!4) Il bello è che ha il simulatore di diaframma!! vale a dire (e non l'ho letto da nessuna parte) quando modificate il diaframma, la visione sullo schermo viene immediatamente compensata, sempre con la luminosità del diaframma più aperto (deve essere la posizione 'auto' sulla luminosità dello schermo, che non compensa solo la variazione della luce esterna, ma probabilmente il rapporto fra immagine e luce esterna). Quindi nessun problema di messa a fuoco, nemmeno a f22!5) Sul display appare immediata la velocità di scatto. Fantastico. In pratica modificate il diaframma e nello stesso tempo vedete il tempo; giocando sui due fattori potete scegliere rapidamente la coppia giusta (ovviamente per chi ha basi solide di fotografia manuale!)6) Il rumore dell'otturatore è una fucilata. assomiglia a quello delle Praktica, molto più forte di una Nikon FE, moltissimo di più di una telemetro a tendina. Probabilmente il rumore è dovuto al fatto che, purtroppo, l'otturatore fa’ ben 4 movimenti, invece di due ad ogni scatto (poiché il sensore è sempre esposto, l'otturatore chiude, apre, chiude, apre), non credo che arriverà mai ai 150.000 cicli delle Nikon FE/FM; oltretutto, secondo me, dà spesso un apprezzabile micromosso.7) L'ingrandimento per la messa a fuoco è 7x o 14x; molto buono e velocissimo; il problema è che con i tele i movimenti della mano sono amplificati altrettanto, quindi per chi non ha la mano ferma suggerisco un buon corso al poligono. In situazione normale (non ingrandita) il metodo di focheggiatura da utilizzare è simile a quello sul vetrino del pozzetto di una medio formato, ossia: avanti, indietro, avanti, indietro, stop (fuori fuoco vicino, a fuoco, fuori fuoco lontano, a fuoco, fuori fuoco vicino, a fuoco, scatto).
Alcuni scatti di prova:Lo scopo delle mie prove è solo quello di verificare il ‘sistema’ nel suo insieme, magari anche distorcendo un po’ il progetto originale Sony, che probabilmente non pensava di realizzare un supporto digitale per i vecchi vetri delle macchine analogiche.Ma il vero motivo per cui ho acquistato ed userò la Nex è proprio questo; la possibilità di fornire un ‘dorso’ a 14 Megapixel ai miei vari obbiettivi d’annata (avrei preferito poterlo inserire direttamente nei vari corpi macchina, ma per ora mi accontento).Quindi i successivi non sono test precisi e raffinati, ma solo confronti alla buona, soprattutto per decidere quali saranno le ottiche che utilizzerò di più sulla Nex; per citare HCB “la nitidezza è un concetto borghese”, e quindi preferisco fare foto che stare ore ad analizzare la risolvenza linee/millimetro o ad usare un programma di fotoritocco.Il primo gruppo di confronti è tutto dedicato ad ottiche 39x1, montate sulla Nex con un economico adattatore; le foto sono fatte in una giornata senza sole e con luminosità contenuta, verso mezzogiorno, salvando i file solo in jpeg nativo, con tutti i controlli della macchina a zero.
Dai vari confronti ne esce che:1) I colori sono estremamente realistici, seppur pieni, i verdi rendono bene e non ci sono saturazioni eccessive (mi ricorda molto la resa ‘neutra’ delle Agfachrome 50S degli anni 70).2) Il rumore è di fatto inesistente, alla taratura usata, ovvero 400 ISO.3) Le ottiche, tutte senza paraluce, salvo il Canon 35mm, sentono abbastanza i riflessi sulla lente anteriore, peraltro sono tutti ‘non coated’ o al massimo con le prime versioni di protezione (quindi adatte al BN, ma poco al colore).4) Gli obbiettivi sono stati tutti regolati sulla tacca dell’infinito indicata sul barilotto. Fra di loro esistono profonde differenze di messa a fuoco. Dopo aver ragionato a lungo e fatte ulteriori prove (riportate più oltre) appare confermato che la difficoltà di tarare le messa a fuoco, tipica delle ottiche per telemetro, persiste; in più le ottiche russe mostrano differenze notevolissime fra loro.L’ipotesi è che coesistano due tipi di cause, oltre l’età: scarso controllo qualità al momento della fabbricazione e, soprattutto, il fatto che le ottiche russe hanno una distanza focale di 52,3mm (Zeiss) mentre per quelle Leitz (e tutte le altre esistenti con attacco a vite 39x1) la stessa distanza è di 51,6mm; e che quest’ultima misura sia stata quella utilizzata per la costruzione dell’anello adattatore.5) Tuttavia fra quelle in ordine è notevolissima la prestazione dello Jupiter 8 85mm/f:2 (copia dello Zeiss Sonnar di pari focale studiato per la Contax negli anni trenta), ma anche il Canon 85/2 si difende (che è uno schema Planar, non Sonnar). Si difendono poi sia lo Jupiter 8 50mm/2 (stessa origine del precedente), che i Canon 50, 100 e 135mm; molto buona la resa del Canon Serenar 35mm/f:3.2
Confronto 50mm
Confronto Tele
Lo scatto originale con lo Jupiter 85/2 (è l'ottica con la resa migliore)
Uno scatto con il Canon 35mm/f:3.2 (che sarebbe pari ad un cinquantino); notate la resa dei verdi, con le sfumature differenti delle tre conifere in primo piano (abete rosso, pino argenteo e cedro del libano)
Come detto precedentemente, dopo aver visto questi primi risultati, ho provato un ulteriore confronto empirico, fra diverse posizioni dell’obbiettivo russo Industar 61 LD 55mm/2.8, che, a quanto si legge, sarebbe uno dei 50mm più incisivi al mondo.L’ipotesi era di verificare se fosse vera la differenza di distanza focale, quindi ho proceduto a scattare in sequenza con vari adattamenti dell’obbiettivo, come potete vedere dalle foto.1) obbiettivo tutto avvitato, con messa a fuoco all’infinito sulla tacca di riferimento del barilotto = risultato penoso, completamente fuori fuoco2) obbiettivo tutto avvitato, con messa a fuoco sullo schermo della Nex a 14x (la tacca del barilotto indica una distanza di circa 15mt) = messa a fuoco molto buona, se non ottima3) obbiettivo svitato per circa 1/3 di giro, con messa a fuoco sullo schermo della Nex a 14x (la tacca indica quasi l’infinito) = messa a fuoco identica alla precedente.4) obbiettivo svitato per circa 1/3 di giro, con messa a fuoco all’infinito sulla tacca di riferimento del barilotto = messa a fuoco come il precedente5) obbiettivo svitato solo per circa 1/4 di giro, con messa a fuoco all’infinito sulla tacca di riferimento del barilotto = messa a fuoco come il precedente
Gli obbiettivi russi che comunque andavano già bene, probabilmente erano già stati corretti per la distanza focale Leitz, agendo sulla componente ottica interna (o per pura fortuna i difetti di costruzione compensano perfettamente l’errore della distanza).
Con l’arrivo dell’adattatore per le ottiche 42x1 a vite, farò altri confronti, che comunque dovrebbero essere meno preoccupanti, visto che i problemi di distanza focale, per fortuna, con esse non dovrebbero esistere.
Alla prossima
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