Il Sistema Nervoso è plastico. Questa sua caratteristica rappresenta innumerevoli possibilità: la possibilità di imparare (oppure se volete anche di dimenticare) di correggere, di guarire, di compensare ecc.
Dire che una cosa è plastica significa che mantiene una “deformazione“ in seguito all’applicazione di una forza; al contrario di “elastica” cioè recupera la sua condizione iniziale dopo che viene eliminata la forza che la deforma. Se non vi è chiaro il concetto, prendete un filo elastico allungatelo (deformatelo) e poi lasciatelo: tornerà alla sua lunghezza iniziale. Prendete ora una busta di plastica e allungatela senza romperla, quando smettete di allungarla rimarrà deformata e allungata: deformazione plastica.
Trasferendo il discorso al Sistema Nervoso Centrale significa che: stimoli ripetuti che determinano una risposta neurologica, con il tempo creano un’organizzazione della corteccia (cervello) per cui la risposta si raffina, diventa più precisa e richiede meno energia, meno sforzo per eseguirla.
Facciamo qualche esempio: imparare a scrivere (con la penna) richiede una continua modifica plastica della corteccia nell’intensità e durata della contrazione dei muscoli della mano sotto controllo della vista.
Ad ogni progresso, quindi una scrittura più armoniosa, più piccola ecc., non si torna indietro. Non accade che un giorno si ha una scrittura raffinata e il giorno dopo una scrittura elementare (almeno senza aver avuto un danno cerebrale). Il raffinarsi della scrittura è la traduzione dell’organizzazione plastica del cervello; se poi volete imparare a scrivere con l’altra mano il livello di partenza non sarà elementare ma una grafia che è la brutta copia di quella eseguita con la mano dominante; perché il programma motorio plastico in un emisfero del cervello viene usato anche dall’altro emisfero, ma l’esecuzione è peggiore perché l’organizzazione plastica di quest’ultimo emisfero è minore. Con l’esercizio (qualora lo desideraste) diventerebbe uguale.
Facciamo un altro esempio: se siete insicuri nel parlare in pubblico, la parte del cervello che organizza le emozioni e “ la risposta fisica alle emozioni” (sudorazione, respiro, rossore, tremore, balbuzie ecc.) vi scatena tutti gli aspetti appena elencati e di più; un bel carico di attività neurologica al punto che per un intervento in pubblico di dieci minuti potreste sentirvi addirittura stanchi e spossati.
Se continuate a fare interventi pubblici piano piano tutte queste reazioni si riducono di intensità fino a svanire: il cervello si modifica plasticamente per cui il ventaglio di sensazioni accessorie non vengono più innescate e il discorso pubblico può essere fatto senza dispendio di energie.
Continua…..