Prima di avere una risposta motoria abbiamo sempre bisogno di decidere, rispetto allo stimolo che è entrato, che cosa questo rappresenti emotivamente. Dobbiamo decidere se un suono rappresenta una voce a noi cara che ci rallegra o al contrario una minaccia. La stessa frase detta allo stesso modo ci dà reazioni diverse in base a chi ce la dice. Dipende da quale attribuzione emotiva le diamo rispetto al vissuto personale e in relazione alla persona che pronuncia quella frase. Sentirsi prendere la mano può repellere o rassicurare, può anticipare un pericolo o essere una garanzia. In millesecondi decidiamo che “attribuzione limbica” dobbiamo dargli e ci comportiamo di conseguenza. Tutti gli stimoli neurologici in entrata fanno sempre una capatina nell’area limbica del cervello (che è un’area mediale, quindi antica) affinché la risposta in uscita (motoria) sia congrua all’attribuzione (limbica) emotiva che gli viene assegnato: ad una scena vista, ad un odore, ad un suono, ad un sapore, un tocco
Ci sono persone che l’idea dell’ago in vena è talmente insopportabile emotivamente che svengono se devono fare un prelievo, mentre all’opposto si sono soggetti che hanno il corpo completamente tatuato ai quali l’ago non dà alcun fastidio.
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