Gli occhi devono muoversi in modo “coniugato”.
Significa che se entrambi gli occhi hanno lo stesso oggetto a fuoco sulla fovea (di ciascun occhio) quando si muovono inseguendo un oggetto devono farlo alla stessa velocità altrimenti se un occhio è più veloce o più lento l’immagine si sdoppia perché le due fovee hanno proiettate su di esse due immagini diverse dello stesso oggetto.
Potete immaginare come questa situazione si traduca nella quotidianità; ad esempio nella lettura, quanto è piacevole e rilassante vedere sdoppiarsi le parole di testo mentre lo scorriamo? Quanto è facile concentrarsi per capire un testo se le parole diventano doppie o vanno fuori fuoco? Possiamo cominciare ad apprezzare quanto sia meraviglioso e raffinato questo sistema. Possiamo intravedere come nei soggetti vedenti gli occhi siano uno strumento primario per elaborare il rapporto tra l’ambiente circostante e il proprio corpo e viceversa. La vista ovviamente non è il solo strumento; i non vedenti amplificano gli altri.
Lo strabismo è una condizione i cui gli occhii sono marcatamente disconiugati. In questo caso il soggetto non vede doppio, come ci si potrebbe aspettare, perché il cervello abolisce l’immagine di un occhio e considera solo quella dell’occhio che fissa. Quindi l’occhio che diverge non viene considerato. Quando invece abbiamo una situazione in cui la coniugazione oculare è minimamente sfasata, o lo è sono in alcune posizioni, si innesca una catena di eventi che alterano l’efficienza dei meccanismi neurologici.
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