La scoperta, che è avvenuta grazie alle misure dell’elevato flusso di radiazione (flare) nella banda dei raggi-X, è stata completamente una sorpresa dato che la galassia è rimasta inattiva per almeno 20-30 anni. Analizzando il flare, i ricercatori hanno potuto studiare la struttura del disco di accrescimento che circonda il buco nero e stimare così la massa dell’oggetto che rappresenta il ‘pasto’ trovando dei valori pari a 14-30 masse gioviane, consistenti con l’intervallo della massa delle nane brune che sono stelle mancate dato che non sono così massicce da iniziare il ciclo di fusione dell’idrogeno come avviene per le stelle. La massa del buco nero viene stimata attorno a 300 mila volte quella del Sole e sembra stia ‘giocando’, per così dire, con il suo ‘cibo’: infatti, gli astronomi hanno misurato un ritardo di 2-3 mesi tra il momento in cui l’oggetto è stato disintegrato e il periodo durante il quale il buco nero si è rifornito dei suoi resti che ammontano a circa il 10% della massa totale. Questi particolari eventi sono importanti per capire di più ciò che accade a oggetti di forme e dimensioni diverse quando si trovano nelle immediate vicinanze di un buco nero.
ESA: Black Hole wakes up and has a light snack
arXiv: Tidal disruption of a super-Jupiter by a massive black hole
La scoperta, che è avvenuta grazie alle misure dell’elevato flusso di radiazione (flare) nella banda dei raggi-X, è stata completamente una sorpresa dato che la galassia è rimasta inattiva per almeno 20-30 anni. Analizzando il flare, i ricercatori hanno potuto studiare la struttura del disco di accrescimento che circonda il buco nero e stimare così la massa dell’oggetto che rappresenta il ‘pasto’ trovando dei valori pari a 14-30 masse gioviane, consistenti con l’intervallo della massa delle nane brune che sono stelle mancate dato che non sono così massicce da iniziare il ciclo di fusione dell’idrogeno come avviene per le stelle. La massa del buco nero viene stimata attorno a 300 mila volte quella del Sole e sembra stia ‘giocando’, per così dire, con il suo ‘cibo’: infatti, gli astronomi hanno misurato un ritardo di 2-3 mesi tra il momento in cui l’oggetto è stato disintegrato e il periodo durante il quale il buco nero si è rifornito dei suoi resti che ammontano a circa il 10% della massa totale. Questi particolari eventi sono importanti per capire di più ciò che accade a oggetti di forme e dimensioni diverse quando si trovano nelle immediate vicinanze di un buco nero.
ESA: Black Hole wakes up and has a light snack
arXiv: Tidal disruption of a super-Jupiter by a massive black hole