Nicholas Cage Day: Ghost Rider - Spirito di vendetta (2011)

Creato il 07 gennaio 2013 da Silente

USA, colore, 95 minuti  Regia: Mark Neveldine, Brian Taylor  Sceneggiatura: Scott M. Gimple, Sett Hoffman, David S. Goyer 
L’accoppiata Neveldine/Taylor sembra un po’ essere tutto ciò che vuole il pubblico yankee, o almeno in apparenza queste sono le credenziali con cui si presentano: grande importanza visiva e poca o nessuna cura narrativa, bene o male gli aspetti che da sempre vengono criticati a certo cinema d’oltreoceano. Eppure, il loro, è un cinema che da queste parti si apprezza parecchio, perché è piuttosto unica, in un panorama abbastanza desolante e schematicamente ripetitivo, un’abilità registica che frulla e fracassa e stordisce in maniera talmente forte da non lasciare tempo per seguire, e dare importanza, alla storia raccontata. Dev’essere quindi proprio quest’estro visivo, in qualche modo una mosca bianca nel cinema blockbuster e spettacolare, qualcosa che scardina i soliti cliché dell’azione e degli effetti speciali per offrire una visione assai personale, che paradossalmente non li fa molto amare proprio da quel pubblico che pare non ricercare altro.
Prendiamo questo Ghost Rider, in parte sequel in parte reboot del pessimo, pessimo primo film con il motociclista in fiamme: prodotto narrativamente scarsissimo, un confuso miscuglio di tematiche e personaggi (profezie, prescelti, monaci dediti a riti oscuri, diavoli e anticristi) che, nonostante sei mani per sbrogliarlo, non ha alcuna coerenza logica né un qualche spiraglio per una minima credibilità scenica, ma visivamente impressionante, un virtuosismo continuo fatto di inquadrature insolite, movimenti rapidissimi e traballanti, un montaggio schizofrenico che apre squarci meravigliosi in contrasti di colori caldi e fortissimi – chiaro che domini il rosso, esaltato dal nero e dall’insolito uso del bianco.
Ma non è solo questione di posizionamenti di camera e carrellate vorticose, l’immaginario dei due registi dà vita a un personaggio, il Rider, calato in un contesto prettamente horror e che nulla ha a che vedere con quello visto nel film precedente: movenze innaturali, rabbia incontrollabile, furia devastatrice, tamarraggine a non finire, il motociclista infernale non è più soltanto un supereroe del trash nel suo pisciare fuoco, ma è un demone bestiale che uccide, risucchia, sbrana, sventra e soprattutto, nella sequenza più bella del film, pilota una colossale gru sterminando chiunque lo affronti – e personaggio perfetto è la sua nemesi, Carrigan, che corrode e fa marcire qualunque cosa tocchi.
È questo il b-movie che amo, un film che non ha alcuna pretesa di seriosità, o di eccessivo humor nero per ridere dei topoi, ma capace di stupire visivamente nel vero senso della parola, con un uso originale e variegato degli fx che i vari Michael Bay mai sapranno affrontare. Ed è questo il film tipo per Nicholas Cage, come sempre a suo agio nello scrutare nel buio e dispensare truce carisma con personaggi truzzi e scolpiti a randellate.
Nel giorno del suo compleanno, non si poteva non omaggiarlo con una carrellata dei suoi film più tosti – l’idea è di Frank Manila, e questi sono i blog che hanno aderito alla simpatica iniziativa.   Pensieri cannibali Le maratone di un bradipo cinefilo Ho voglia di cinema Viaggiando (meno) Affari nostri
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