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“Nick Cave. 20000 Days on Earth” di Iain Forsyth e Jane Pollard: il film su uno dei maggiori esponenti musicali della scena rock

Creato il 01 dicembre 2014 da Alessiamocci

Il 2 e 3 dicembre solo in alcune sale cinematografiche selezionate, uscirà il film Nick Cave. 20000 Days on Earth, diretto da Iain Forsyth e Jane Pollard, in collaborazione con Nexo Digital e Feltrinelli Real Cinema, dedicato alla vita di uno dei maggiori esponenti musicali della scena rock, il quale nella sua carriera ha sperimentato diversi stili e influenze come l’alternative rock, il post-punk, il gothic rock, fino ad approdare al no wave e alla musica d’autore.

“Nick Cave. 20000 Days on Earth” di Iain Forsyth e Jane Pollard: il film su uno dei maggiori esponenti musicali della scena rockSi tratta, quindi, di un film documentario nel quale emergeranno gli aspetti che hanno caratterizzato il genio non solo di un cantante e compositore, bensì di un vero e proprio artista poliedrico giacché ha dedicato se stesso sia alla musica sia alla scrittura. Due campi nei quali si è distinto per alcuni temi complessi quali la tensione religiosa, l’incertezza del futuro, il ruolo del divino sull’uomo, la ricerca della redenzione e nondimeno l’amore perduto. In realtà, come lui stesso ha sostenuto: «Sono felice di sapere che ciò che faccio ispira scrittori e pittori, è un gran complimento per me. L’arte dovrebbe essere sempre uno scambio».

Fin da subito Nick Cave è attratto dalla musica tanto da fondare il suo primo gruppo, i Concrete Vulture, durante gli anni trascorsi alla Coulfield Grammar School di Melbourne, là dove incontrò Mick Harvey, che lo seguirà perfino nella carriera successiva. Eppure, come affermerà più tardi, secondo lui: «Le parole che ho scritto sono la superficie, ci sono verità che emergono all’improvviso come un mostro marino e poi scompaiono. Per me canzoni e concerti sono tentativi di richiamarlo alla superficie, creare uno spazio tra reale e immaginario dove il mostro possa apparire. È qui che esistono l’amore, le lacrime e la gioia, è qui che noi viviamo».

“Nick Cave. 20000 Days on Earth” di Iain Forsyth e Jane Pollard: il film su uno dei maggiori esponenti musicali della scena rockTuttavia, dopo i vani tentativi di seguire un regolare percorso scolastico, il cantante abbandona gli studi per dedicarsi totalmente alla musica che gli porterà non pochi successi, e che gli consentirà di emergere nel mare magnum dell’arte performativa cui molti artisti si sono approcciati con vivacità e dedizione. Tant’è che dopo aver abbandonato l’Art School fonda il gruppo che lo accompagnerà fino ad oggi: i The Boys Next Door, che s’identifica subito per le influenze e le altre sonorità provenienti da oltreoceano. Siamo nel 1973 e i The Boys Next Door raggiungo il successo inatteso dapprima in Australia, poi nel Regno Unito, dove si trasferirono nel 1979 a Londra,  e in seguito si fecero conoscere nella vasta realtà internazionale.

Il primo disco è proprio del 1979 dal titolo Door Door, preceduto dal singolo These Boots Are Made For Walking che recita grossomodo così: «You keep saying| you got something for me| something you call love| but confess| you’ve been a ‘messin’| where you shouldn’t ‘ve| been a ‘messin’| and now someone else| is getting all your best», il famoso brano pop interpretato per la prima volta da Nancy Sinatra nel 1966, e dopo ripresentato sia da Nick Cave sia da altri artisti come i Planet Funk.

“Nick Cave. 20000 Days on Earth” di Iain Forsyth e Jane Pollard: il film su uno dei maggiori esponenti musicali della scena rockBenché questo primo brano non fosse frutto dell’ingegno del cantante australiano, dimostra già la spiccata propensione a trattare i temi che parlano dell’incertezza come dell’amore e, soprattutto, del complesso rapporto fra l’uomo e la donna. E l’insicurezza si nota anche in un’altra canzone Deep in the Wood, contenuta nell’album Mutiny/ The Bad Seed rilasciato nel 1983 e appartenente al gruppo originario dei The Birthday Party diventati poi i The Boys Next Door, giacché alla fine emerge la frase: «L’amore è per gli sciocchi e tutti gli sciocchi sono innamorati», parole queste nelle quali senza dubbio emergono le insicurezze adolescenziali derivate dalle prime delusioni amorose.

Eppure uno dei maggiori album realizzati dalla band è Nick Cave & The Best Seeds del 1984, nel quale emerge la spiccata personalità del cantante rispetto agli altri membri del gruppo. D’altra parte Nick Cave si fa riconoscere subito per la sua estrosità, avvalorata da alcune frasi che in un primo momento lasciano perplessi: «Quando sento un brano alla radio e mi chiedo “cos’è questa schifezza?”, la risposta è sempre la stessa. “È dei Red Hot Chili Peppers”», un modo non proprio carino di esprimere un giudizio su una delle band più popolari, tuttavia Nick non si risparmia ed esprime senza remore i suoi dubbi a proposito dell’odierno panorama musicale. Per alcuni avrebbe anche ragione, per altri sicuramente no.

“Nick Cave. 20000 Days on Earth” di Iain Forsyth e Jane Pollard: il film su uno dei maggiori esponenti musicali della scena rockMa al di là di questi suoi lati caratteriali, che comunque fanno parte del personaggio che col tempo si è costruito, Nick Cave ha lasciato una traccia indelebile nel settore culturale e lo dimostra il brano From Her to Eternity, che è poi la title-track del disco caratterizzato dalla chitarra di Blixa Bargeld che ben si amalgama agli altri strumenti e in particolare alla voce di Nick. Un brano importante perché anni dopo consentirà al gruppo di apparire nel film realizzato da Wim Wenders Il cielo sopra Berlino del 1987.

Tutto ciò sarà riproposto nel film documentario Nick Cave. 20000 Days on Earth. I ventimila giorni sulla terra sono quelli corrispondenti alla vita di Nick Cave, al suo rapporto con la parola e la musica che lo accompagnano in una vita solitaria nella quale però affiora l’uomo che è stato e che è tuttora e non solo la rockstar. Del resto come lui stesso ha detto: «Sono felice di sapere che ciò che faccio ispira scrittori e pittori, è un gran complimento per me. L’arte dovrebbe essere sempre uno scambio».

Written by Maila Daniela Tritto

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