“Nick Cave. 20.000 Days on Earth” di Iain Forsyth e Jane Pollard: uno dei migliori film del 2014

Creato il 05 dicembre 2014 da Alessiamocci

Questo è il mio 11.687 giorno sulla Terra, oggi 5 dicembre 2014 compio 32 anni ed inizio la breve fase che mi porterà ai fatidici anni di Cristo.

Sento di dover ringraziare Pulse Film, una società di produzioni e di management di talenti che ha creato un movimento estetico che focalizza la sua attenzione su film culturalmente accattivanti. La Pulse Film ha recentemente prodotto “Nick Cave. 20.000 Days on Earth”, una sorta di documentario non ordinario che vede come oggetto d’indagine uno dei più grandi artisti del rock: Nick Cave.

Il film è stato proiettato in lingua originale con sottotitoli, il 2 ed il 3 dicembre 2014 in Italia, sotto il circuito di distribuzione Nexo Digital, attivo da oltre 60 anni, pioniere e leader sul mercato mondiale nell’ambito di Eventi al Cinema di alta definizione, si va, infatti, dai concerti alle mostre d’arte, dai documentari a spettacoli teatrali. Una diffusione di grande qualità che ho potuto constatare anche con “Nick Cave. 20.000 Days on Earth”.

Il documentario parte da un’idea: raccontare la 20.000 giornata di vita di Nick Cave, con l’ambizione di mostrare il cantautore australiano in modo autentico. Iain Forsyth e Jane Pollard hanno ben pensato dunque di creare scenari che avessero sia elementi di realtà che di sorpresa, così da rendere realistica ogni ripresa, ogni scena.

Il documentario è ambientato nella città adottiva di Cave, Brighton, situata sulla costa meridionale dell’Inghilterra.

Questa 20.000 giornata è stata suddivisa in due parti fondamentali nelle quali Cave si raccoglie in se stesso e nelle sue idee in maniera nuova: Darian Leader e la visita nell’archivio. La prima vede il famoso psicoanalista Darian Leader  in un set costruito ad hoc per rappresentare l’ambientazione anni ’70 ispirata al fotografo Steven  Meisel di cui Cave è fan.

Non c’è stato alcun copione fra i due, nulla di predefinito, in quella stanza c’era Nick Cave, c’era Darian Leader ed i due registi che hanno girato e parlato per due giorni e dieci ore.

L’autenticità dello scavare all’interno della psiche di Nick Cave è di forte impatto, si parla dell’Australia, di un ragazzo che ha vissuto una vita felice, della morte del padre, della vita a Berlino, di Nina Simone, del suo immenso amore per la moglie, del rapporto con il padre. Un flusso di memorie che rivela la grandezza d’animo dell’artista australiano.

Seconda scena principale è, come annunciato, la visita all’archivio. Cos’è l’archivio? Beh, c’è da dire che Cave ha tenuto un archivio dettagliato dei suoi anni di vita, quasi ossessionato dal tempo. In realtà tutto il materiale conservato rappresenta un’idea dell’artista: instituite il Museo di Nick Cave. I due registi hanno dunque allestito un set invidiabile grazie ad alcune spedizioni di foto e documentazione dall’Australia. Un’idea vincente.

L’attore non attore si ritrova davanti agli occhi il suo passato, le foto del periodo berlinese, del periodo dei The Birthday Party, racconta di un live nel quale un tedesco “pisciava” sul chitarrista e sul come i loro concerti attirassero sempre più skinhead, tossici e persone poco raccomandabili.

I minuti scorrono e Cave lascia che la sua memoria parli per lui, racconta dell’incontro con la moglie attuale, del suo cambiamento di vita, del com’è riuscito a far un singolo di fama mondiale con l’australiana Kylie Minogue.

Come intervallo fra le scene principali, Nick guida per Brighton ed incontra, in una sorta di sogno lucido, tre personaggi della sua vita che non vedeva da tempo. I due registi hanno pensato all’attore britannico Ray Winstone, il musicista Blixa Bargeld e la Minogue. Tre momenti di forte pathos nei quali Cave realizza che c’era qualcosa in sospeso, qualcosa che non aveva mia chiesto a queste persone. Il risultato è vincente, la scelta di Forsyth e della Pollard ha indagato l’attrazione del concetto degli stati alterati, mostrando quell’inevitabile dose di soggezione latente intorno a Cave, per imprime nella pellicola i dettagli emotivi che esistono tra due persone spontanee e fuori copione.

È importante citare la parte centrale del film nel quale si mostra l’amicizia con Warren Ellis, infatti Cave subito dopo la seduta con Darian Leader si reca a pranzo dal suo amico e collaboratore. Warren, prolifico narratore di storie, è un aspetto rassicurante della vita di Cave.

Nella parte finale di “Nick Cave. 20.000 Days on Earth”, la Star è sul porto di Brighton, pian piano la camera indietreggia rivelando lo splendido panorama notturno della città. In quel momento e per tutti i titoli di coda ho sperato che il film non finisse, ma ahimè era terminato il mio giorno immaginario con Nick Cave.

“Nick Cave. 20.000 Days on Earth” è uno dei migliori film del 2014.

Una citazione di Nick Cave: “Il processo creativo è sia misterioso che non misterioso: da una lato fa la sua strada, senza alcuno sforzo e tuttavia c’è un  elemento magico in esso. Iain e Jane hanno tentato di catturarlo nel film in modo interessante, come si fa con la presa di un granchio, lavorandolo da entrambi i lati e rendendolo assai rivelatorio, molto di più della solita messa in mostra con tanto di pregi e difetti. C’è una gradevole malizia nel film.”

Una citazione di Iain Forsyth: L’elemento umoristico è stato la cosa più importante per noi. Volevamo fare un film divertente; Nick è divertente, l’intera band lo è. Trascorrere tempo con loro può essere spassoso e abbiamo voluto riflettere ciò. Ma ancor più rilevanti sono i tempi: se sei in grado di “staccare” al momento giusto, se riesci a far funzionare i tempi e a mantenere lo spirito comico nelle scene che giri, allora capisci quel che abbiamo cercato di fare.

Una citazione di Jane Pollard: “Il nostro modo di fare arte comincia dal definire l’emozione che vorremmo che lo spettatore provasse. Con 20.000 Days on Earth vorremmo far provare ad altri quel che si prova a conoscere Nick. Sentirti ispirato e colpito. Vogliamo condurre lo spettatore fino alla fine del film, coinvolgendolo con ardore e portandolo a pensare ‘ho bisogno di star meglio, di fare di più’. Tutti possono avere un’idea. Devono solo metterla a fuoco”.

Una piccola curiosità: Nick Cave non vedeva Blixa Bargeld dal 2003, anno in cui Blixa lasciò Cave e la band senza dar alcun motivo.

Una grande curiosità: Nick Cave pensa di controllare il tetro clima di Brighton grazie alle sue emozioni, l’unico problema è che non riesce a governare le sue emozioni.

Un piccolo spoiler: P. J. Harvey compare solo in una vecchia foto per qualche istante.

Un grande spoiler: Il coro dei bambini in “Push The Sky Away” è di nazionalità francese.


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