Nicola Capece: brillante studente e sfortunato barone di Maglie.

Creato il 12 novembre 2010 da Cultura Salentina

Veduta di Maglie (1778, Louis Jean Despréz)

L’infeudazione di Francesca Capece (1805) a Maglie derivò dalla prematura morte di suo fratello Nicola (1772-1791) e per l’assenza di eredi maschi in famiglia. Nel 1772 donna Maria Vittoria della Valle, madre della progenie, a soli quattro anni di distanza dal matrimonio rimase vedova con le due figlie Francesca (1769-1848) e Geronima (1771-1846).

In tale circostanza si pensò sin da subito a una successione per linea femminile e Francesca, figlia maggiore, doveva quindi subentrare nel feudo. Le cose però non andarono subito così perché Maria Vittoria, scoprendo di essere rimasta incinta dal trapassato marito, diede alla luce un maschio. Questi fu chiamato Nicola, come il padre, e divenne marchese di Maglie e di San Marzano sin dalla nascita.

La sua tenera età, tuttavia, gli impediva l’amministrazione del patrimonio baronale e perciò fu affiancato dalla madre che agì in suo nome e conto. L’istruzione di Nicola fu affidata inizialmente a un precettore e in seguito fu tra gli alunni del prestigioso Collegio Clementino di Roma. Si trattava di una scuola di élite, frequentata dai rampolli delle famiglie aristocratiche, rinomata per l’insegnamento delle scienze e delle “arti del gentiluomo”.

Nicola fu in questo contesto un giovane brillante e colto così come si evince da una cronaca del 6 giugno 1789. Infatti, nel “Diario Ordinario” di Roma, stampato dalla famosa tipografia Cracas; ho ritrovato la notizia di una disputa di fisica sostenuta al Clementino da Nicola Capece il 28 maggio di quell’anno. Tema della disputa, dove ogni astante poteva intervenire, erano le teorie gravitazionali dello scienziato italiano, nonché gesuita, Ruggiero Giuseppe Boscovich (1711-1787) che fu il primo in Europa ad abbracciare le formulazioni newtoniane.

Nonostante la pioggia di quel giorno, di fronte ad una vasta platea composta da prelati, nobili, capi delle religioni, lettori della città e numerosi altri esponenti del mondo della cultura, il giovane barone magliese, sostenuto dal lettore di filosofia don Giambattista Morelli, seppe brillantemente controbattere a tutte le obiezioni mossegli. Il suo argomentare dimostrava gran talento tanto che la sua energia e la sua prontezza di spirito impressionarono gli uditori che, in segno anche di apprezzamento per una così “nuova” teoria, non esitarono ad applaudirlo. Nicola, tuttavia, coltivò gli studi per soli altri due anni e cioè sino al 1791 quando, ritrovandosi in Napoli ospite di uno zio, contrasse il vaiolo e morì a soli 19 anni. Fece solo in tempo a designare suo erede universale la sorella maggiore Francesca lasciando usufruttuarie la madre e le due prozie donna Concetta (?-1792) e donna Barbara (1716-1805).

La scomparsa del giovane Nicola ha certamente privato Maglie del suo brillante genio che tanto beneficio avrebbe potuto apportare alla città. Tuttavia, l’illustre famiglia Capece donò a questa terra un’altra grande figura come fu quella di Francesca. Il suo ricordo è ancora vivissimo nel cuore di ogni cittadino che la ricorda per il suo gran gesto di magnanimità volto a beneficio della cultura magliese. Un beneficio che ancora sensibilizza l’individuo al proprio riscatto sociale con l’utilizzo della leva culturale così come credeva la duchessa.

(Articolo apparso in “Città Futura”, n. II, Maglie, Ottobre 2010)


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