Il 5 agosto scorso partecipai a Roccella Jonica (Reggio Calabria) alla presentazione dell'ultimo libro di Zitara “L'invenzione del Mezzogiorno. Una storia finanziaria”. Tra gli altri a presentare il libro vi era anche Pino Aprile. Proprio da questa occasione voglio prendere lo spunto per una mia considerazione. Lidia, figlia di Nicola Zitara, a commento di quella presentazione ha scritto un pezzo intitolato “Mio padre, Nicola Zitara, una grande anima. E’ dovuto morire perché ci si ricordasse di lui”, affermando tra l'altro che dall'intervento di Pino Aprile si aspettava di più in termini di contenuti. Era mancata negli interventi dei relatori la dichiarazione delle posizioni decisamente separatiste di Zitara, che vedeva la soluzione dei problemi del Sud solo ed esclusivamente al di fuori dell’Italia e dell’Europa.Legittimo desiderio della figlia di Zitara. Ma quando ho letto la lettera aperta a Francesco Tassone, scritta da Antonia Capria, moglie di Nicola Zitara, al direttore dei “Quaderni Calabresi”, ho cominciato a capire che vi erano seri problemi e valutazioni contrastanti fra la famiglia di Zitara e gli altri, dove questi ultimi intuivo essere parecchi. Questa mia impressione è stata poi confermata dagli interventi di Lidia Zitara su “Scirocconews” in occasione del premio ottenuto al Festival del Cinema di Venezia dal documentario “In attesa dell'avvento” in qualche modo ispirato a Nicola Zitara. Lidia è stata inopportunamente e in modo poco documentato molto dura contro gli autori del documentario Felice D’Agostino e Arturo Lavorato. Questi ultimi hanno avuto facile gioco a difendersi e chiarire. Tra l'altro in coda all'articolo di Lidia vi era una dichiarazione della madre Antonia di entusiastica favorevole partecipazione al successo conseguito a Venezia.E' chiaro quindi che la famiglia Zitara difende accanitamente la memoria, gli scritti, l'operato di Nicola Zitara. E questo è legittimo, ma penso che si sbaglia ad esasperarne i toni.Nicola Zitara ormai appartiene a tutti i meridionali.Chiudo con una nota personale: ho scritto due volte a Lidia Zitara e non ho mai avuto risposta.Rocco Biondi
Il 5 agosto scorso partecipai a Roccella Jonica (Reggio Calabria) alla presentazione dell'ultimo libro di Zitara “L'invenzione del Mezzogiorno. Una storia finanziaria”. Tra gli altri a presentare il libro vi era anche Pino Aprile. Proprio da questa occasione voglio prendere lo spunto per una mia considerazione. Lidia, figlia di Nicola Zitara, a commento di quella presentazione ha scritto un pezzo intitolato “Mio padre, Nicola Zitara, una grande anima. E’ dovuto morire perché ci si ricordasse di lui”, affermando tra l'altro che dall'intervento di Pino Aprile si aspettava di più in termini di contenuti. Era mancata negli interventi dei relatori la dichiarazione delle posizioni decisamente separatiste di Zitara, che vedeva la soluzione dei problemi del Sud solo ed esclusivamente al di fuori dell’Italia e dell’Europa.Legittimo desiderio della figlia di Zitara. Ma quando ho letto la lettera aperta a Francesco Tassone, scritta da Antonia Capria, moglie di Nicola Zitara, al direttore dei “Quaderni Calabresi”, ho cominciato a capire che vi erano seri problemi e valutazioni contrastanti fra la famiglia di Zitara e gli altri, dove questi ultimi intuivo essere parecchi. Questa mia impressione è stata poi confermata dagli interventi di Lidia Zitara su “Scirocconews” in occasione del premio ottenuto al Festival del Cinema di Venezia dal documentario “In attesa dell'avvento” in qualche modo ispirato a Nicola Zitara. Lidia è stata inopportunamente e in modo poco documentato molto dura contro gli autori del documentario Felice D’Agostino e Arturo Lavorato. Questi ultimi hanno avuto facile gioco a difendersi e chiarire. Tra l'altro in coda all'articolo di Lidia vi era una dichiarazione della madre Antonia di entusiastica favorevole partecipazione al successo conseguito a Venezia.E' chiaro quindi che la famiglia Zitara difende accanitamente la memoria, gli scritti, l'operato di Nicola Zitara. E questo è legittimo, ma penso che si sbaglia ad esasperarne i toni.Nicola Zitara ormai appartiene a tutti i meridionali.Chiudo con una nota personale: ho scritto due volte a Lidia Zitara e non ho mai avuto risposta.Rocco Biondi
Possono interessarti anche questi articoli :
-
6° Premio Internazionale per la Sceneggiatura Mattador: la Giuria 2015 si...
I migliori aspiranti sceneggiatori del 6° Premio Mattador saranno resi noti venerdì 3 luglio 2015 alle ore 17.30 al Teatro Verdi di Trieste, Sala di... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
COSENZA: L’UOMO NOMADE | Peregrinazioni, terre lontane, luoghi, etnie,...
Mostra L’UOMO NOMADE peregrinazioni, terre lontane, luoghi, etnie, migranti, memorie Cosenza – Palazzo ArnoneMercoledì 1 luglio 2015 – ore 11. Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Amedit Magazine
CULTURA, SOCIETÀ -
[Rubrica: Italian Writers Wanted #12]
“Buongiorno miei cari #FeniLettori, dodicesimo appuntamento con la rubrica "Italian Writers Wanted". Ogni giorno, riceviamo tantissime e-mail , molte di autori... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Lafenicebook
CULTURA, LIBRI -
“Sense8″, serie Tv diretta da Lana e Andy Wachowski: l’umanissima mente alveare
Sense8 – serie TV uscita a inizio giugno per la Netflix diretta da Lana e Andy Wachowski– non si fa mancare nulla. Azione (dalle risse di strada al tripudio... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Alessiamocci
CULTURA -
Una famiglia americana di Joyce Carol Oates
Una famiglia americana Lingua:Italiano | Numero di pagine: 506 | Formato: Copertina rigida Isbn-10: A000179601 | Data di pubblicazione: 01/11/2004 Di Joyce Caro... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Monica Spicciani
CULTURA, LIBRI -
La sarabanda dei falsari archeologici
di Massimo Pittau. Ho letto con attenzione e con vivissimo interesse l’intervista che è stata fatta al prof. Franco Laner, della Facoltà di Architettura... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Rosebudgiornalismo
ATTUALITÀ, CULTURA, SOCIETÀ