Non è molto interessante, oggi, sapere o ricordare che la CIA armò, finanziò e addestrò Bin Laden, è una tecnica usata da tanti, da troppi, nascosta anche nei silenzi sulle dittature in Nordafrica, le nostre care amicizie interessate a sfondo energetico ed industriale. Non siamo un mondo perfetto, anzi, quindi inutile perdersi nella retorica del prima e del dopo proprio adesso, inutile accusare Barak Obama di sfruttare la cosa a scopo di propaganda, è quello che succede anche da noi, con gli arresti ai boss della mafia, è quello che succede in ogni posto quando un governo cerca di guadagnare punti. Il punto è la gestione delle relazioni internazionali armate degli Usa ed il fatto che nel mondo, negli Stati Uniti ed in qualche altro posto, si festeggi la morte, si sia giudicato a priori su tutto e tutti, si sia atteso il momento in cui il boia avrebbe staccato la testa dal collo del condannato per poi chiuderlo in pieno imbarazzo su una portaerei e mollato in mare a far da cibo per pescecani. Questo non è propriamente civile, non è propriamente nel rispetto di alti valori ed ideali e, anche se lo rietenete necessario, contro Bin Laden e altri come lui, come fatto per decenni da Israele, un'applicazione della giustizia sparsa per il mondo secondo le proprie regole e grazie ai propri servizi segreti, anche se lo ritenete giusto, necessario, unica scelta, non è così che si propaganda la civiltà. E, cosa ancor più certa, il mondo oggi non è un posto più sicuro.
Il terrorismo vive e vivrà sempre, finché avrà condizioni di disperazione su cui prosperare e paesi che abusano di tale condizione di schiavitù da poter condannare. Sarà una volta islamico, un'altra comunista, un'altra ebreo, cristiano, democratico, occidentale o orientale. E' la follia che non finirà mai, nemmeno se si uccide un simbolo che poi, in quanto tale, semplicemente non muore e vive per sempre nell'immaginario di qualche pazzo in giro per il pianeta. Il mondo non è un posto più sicuro perché il terrorismo fa molta paura ma meno morti di tante altre disgrazie che non vengono evitate in nome del denaro e del potere. Non è un posto più sicuro, perché si festeggia la morte ma non si prende coscienza della storia e delle nostre responsabilità così come durante la più grande crisi economica del secolo, nessuno ha preso coscienza di cosa siano davvero la globalizzazione, un capitalismo sfrenato e senza regole, la borsa, l'alta finanza, i paradisi fiscali, l'idea del consumo. E tutte queste cose, che ci crediate o no, portano anche al terrorismo. Per cui, in definitiva, nessuno piangerà Bin Laden, ma non c'è neanche troppo per cui valga la pena festeggiare.