Niente investitura popolare per Monti. Parola di Napolitano. I partiti lo chiamino dopo le elezioni

Creato il 22 novembre 2012 da Iljester

Non siamo formalmente una democrazia presidenziale, ma è chiaro che in questi ultimi venti anni la nostra costituzione materiale è cambiata, prima di tutto perché ormai si è radicata nella nostra mentalità l’idea che chi ci deve governare deve avere il consenso dei cittadini, e non certo delle segreterie dei partiti, e in secondo luogo, perché persino il Presidente della Repubblica ha tenuto una condotta con forti connotazioni presidenzialiste.

Già la caduta di Berlusconi lo ha dimostrato l’anno scorso. Benché il Capo dello Stato si sia mosso (almeno formalmente) all’interno dei paletti costituzionali, è indubbiamente trasparita un’azione e un impegno politico che sono andati ben oltre le semplici funzioni di garante delle istituzioni. Il Governo tecnico è figlio di Napolitano, e non si può certamente negare questa verità. O almeno se non ne è figlio ne è sicuramente figlioccio.

Perciò si può affermare, visti pure i pregressi (a partire da Cossiga, per arrivare a Berlusconi e al bipolarismo nano della nostra repubblica), che la purezza del parlamentarismo italiano è ormai un ricordo. E meno male: non c’è sistema di governo peggiore, soprattutto in Italia, dove si è dimostrato causa di instabilità politica, scarso decisionismo, garantendo peraltro la prolificazione della cultura socialista, con tutto quello che ne è conseguito. 

Ma questo aspetto, alla nostra casta politica che vive di indecisioni, patteggiamenti, mediazioni e do ut des, va più che bene. E oggi Napolitano lo ha confermato. E lo ha fatto in un modo piuttosto paradossale. Ha tuonato come se fosse un presidente della repubblica “americano”, per ribadire – ed è qui che sta il paradosso – che Monti non è candidabile, e dunque non può confrontarsi con gli altri candidati in un’eventuale gara a Palazzo Chigi, perché è già senatore, e siccome siamo in un sistema parlamentare, se mai lo si volesse prendere in considerazione, gli eventuali vincitori potrebbero farlo dopo. Le parole del Capo dello Stato:

Un senatore a vita non si può candidare al parlamento perché già parlamentare. Non può essere il candidato di alcun partito. [Ma essendo comunque ] … un senatore a vita … ha uno studio a palazzo Giustiniani dove potrà ricevere chiunque, dopo le elezioni, vorrà chiedergli un parere, un contributo o un impegno.

Capito? Non può confrontarsi con gli altri “mortali” per riscuotere consenso fra gli elettori, ma può comunque essere a loro imposto, dopo dal vincitore che avrà preso più voti. Alla faccia dell’investitura popolare, del consenso e della volontà popolare che in questi anni abbiamo fatto nostri, in un disperato bisogno di quella cultura democratica e matura che in Italia è assente da sempre.

Link Sponsorizzati

Come ho già detto, evidentemente ai politici piace da matti trafficare all’interno delle segreterie, nelle stanze buie e sconosciute dei palazzi, fregandosene altamente del consenso del popolo e di quello che pensa vuole. Perché del resto il popolo, anzi il popolino, ha solo un ruolo nella politica: quello di notaio certificatore. Nient’altro che questo e solo questo. E non importa se poi vuole qualcosa di diverso, se non vuole Monti, o non vuole il governo tecnico. Il popolo non conta se non quando deve mettere la scheda nell’urna per scegliere quale segreteria deve poi decidere chi governa.

Allucinante. Il nostro è un sistema allucinante, e il brutto è che non ce ne rendiamo affatto conto, tanto siamo instupiditi da una cultura pseudemocratica che sta sottraendoci tutto: dalla libertà di pensiero, fino alla libertà di sceglierci i nostri governanti. E lo è soprattutto perché è un sistema fatto apposta per garantire e preservare le caste: casta politica, casta giudiziaria, casta legale, casta notarile, casta degli impiegati pubblici, casta dei banchieri, casta degli industriali, casta dei sindacalisti, casta dei giornalisti. È sufficiente guardarsi intorno, osservare le leggi che vengono emanate, le notizie date, gli indirizzi giurisprudenziali, i contratti collettivi e in generale le dinamiche dei rapporti fra i cittadini e le istituzioni, per capirlo. 

Altro che democrazia parlamentare. Lo fossimo sul serio, forse la situazione sarebbe comunque migliore di quella attuale. Il fatto è che il popolo italiano è governato da un’oligarchia di caste che hanno dei rapporti di potere che vanno ben oltre le leggi e i regolamenti e che quando prendono una decisione non c’è verso di cambiarla. Sperare in un qualcosa di più delle parole di Napolitano e della finzione pseudemocratica delle primarie, è perciò quasi una speranza vana. Aspettiamoci un Monti bis. Ancora una volta, non eletto da nessuno, senza il consenso di nessuno, se non delle segreterie dei partiti: la casta più grande.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :