27 giugno 2012
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All’orizzonte si stava profilando un evento storico, ma alla fine non se ne farà niente. Dalma Rushdi Malhas, la cavallerizza che nei giorni scorsi aveva ottenuto l’ok da parte del governo dell’Arabia Saudita, non sarà la prima donna dello stato arabo a partecipare alle Olimpiadi. Il Comitato Olimpico Internazionale ha infatti affermato che l’atleta non ha raggiunto gli standard minimi di qualificazione. La Malhas, nata negli USA, ma in possesso del doppio passaporto, aveva già partecipato ai Giochi olimpici giovanili del 2010. In quell’occasione però venne invitata e non inviata dallo stato di re Abdullah. Quest’ultimo, di visioni moderne, era riuscito a vincere il braccio di ferro con le autorità religiose evitando l’esclusione dell’Arabia Saudita a Londra 2012. La Carta Olimpica stabilisce infatti che qualsiasi Paese che attua una politica discriminante non può venire ammesso alle Olimpiadi come successo al Sudafrica nel 1964 e nel 1992 per via dell’apartheid o all’Afghanistan nel 2000 a causa dell’oppressione del regime talebano nei confronti delle donne. Per vedere una donna saudita partecipare all’evento con i cinque cerchi dovremo quindi aspettare ancora, ma l’apertura del sovrano Abdullah fa ben sperare in prospettiva futura.
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