Le hanno insegnato a tenersi tutto dentro e ridere, sorridere sempre: sta’ seduta composta, tieni accavallate le gambe, non masticare gomme (né con la bocca aperta né con la bocca chiusa), non dire parolacce, tieni dritte le spalle, cammina con portamento corretto.La sua vita, un vuotometro: adesso non c’è più nulla che la meravigli, che la stupisca o semplicemente la interessi.
In silenzio, seduta con consueto contegno, nel buio pomeridiano artefatto da persiane chiuse, ha deciso. Una scelta propria finalmente, senza interferenze di buona creanza e estranee alla sua vera identità.Molto lentamente si alza, va verso il bagno, riempie la vasca, aggiunge sali profumati, si spoglia senza fretta come in un rito, si immerge cullata da una musica di Schubert mentre sorseggia whisky. La gatta di origini rumene si lecca annoiata accanto al bidet. Si rilassa: vuole arrivare alla fine, calma.Dopo abbondante tempo si asciuga. Si friziona ben bene. Si spalma con crema per il corpo prima le gambe, poi le cosce, si sofferma sulle natiche, un flacone da centinaia di euro, anche le braccia, indugia un po’ di più sui gomiti, poi si liscia il viso con un' anti rughe da nove effetti.Piano piano si infila le mutande di pizzo nero, il corsetto anch’esso di pizzo nero, niente reggiseno, calze a rete autoreggenti nere, scarpe rosse tacco dodici a punta, niente zeppe, un collier di rubini ereditato dalla nonna, prezioso e nella stessa misura inutile, niente vestiti.Il trucco: una maschera da puttana e qualche goccia di Chanel N° 5.Una cintura di cuoio resistente lunga e una più corta anch’essa robusta. Sceglie l’asta della ringhiera per sé e quella accanto per la gatta.Prima appende il felino rumeno, poi si stringe la cintura al collo dopo averla fermata alla sbarra e con un grido di liberazione si lancia nel vuoto.
Lucia Immordino