È una frase forte questa di Walt Whitman. Presa così poi, decontestualizzata risulta essere ancora più spiazzante e foriera di pensieri che lasciano affondare la nostra attenzione dietro di essi.
Niente resiste. Un incipit quasi buddista, dove si annulla qualsiasi tipo di credo materiale, “nulla è per sempre”, “tutto finisce”, che angoscia quasi nella sua esattezza di affilatura empatica.
Tranne le qualità della persona. Il seguito. Che riprende per mano chi legge lo sostiene, gli rende speranza. Ma che può essere letto anche come uno specchietto per le allodole, perché nel momento in cui ci si ferma a pensare al vero senso di questo secondo tempo di lettura, ci si rende conto che bisogna fare i conti con le proprie qualità e magari ritrovarsi ad avere un paio di tasche vuote riguardo queste.
Le qualità della persona, della propria persona e in più in generale “delle persone”, dovrebbero essere le più elevate, quelle capaci di coinvolgere di aggregare, di entusiasmare, ricordare chi eravamo un tempo (qualsiasi sia la nostra provenienza geografica) e chi siamo oggi per poterci far annusare chi saremo domani. Sono quei moti esistenziali che riescono a risollevare percorsi letterari, artigiani, sportivi, emotivi. Le qualità sono molte, ma si possono anche dividere in base e surplus, qualità democratiche e meritocratiche.
Prime, che ci dovrebbero accomunare tutti sono l’onestà (intellettuale e morale), l’autocritica, la dignità (per sé, la propria professione e i propri figli e moglie), la verve passionale con cui nutrire i progetti e le professioni, l’originalità creativa. Seconde, quelle che ognuno matura per un cammino che ha deciso di percorrere, per delle scelte oculate che ha voluto fare, per un guizzo geniale che gli appartiene, a lui solo. Ma queste sono solo alcune, delle prime e delle seconde. Forse per noi le più rappresentative.
Whitman regala una frase potente, interpretabile in ogni modo ma che contiene un messaggio adamantino, “Sono le vostre qualità il vostro futuro, il vostro Eden, il ricordo imperituro di voi per chi ci sarà domani” e ci fa arrivare all’oggi, a quando ci troviamo di fronte a realtà di passaggio, apocrife, aride, delle sanguisughe sulla carne fresca di correnti o gruppi di uomini e donne che si battono da sempre per affermare la loro qualità e quella ideale di un quid che muta forma a secondo del suo ambiente ma che si declina soltanto all’eccellente, alla dimostrazione di una concreta rappresentazione della qualità. Uomini giovani e meno giovani che si fanno carico di meriti che non hanno, che decantano ricerca, amore, valori che vivono di riflesso, ma che stiamo dicendo?, per sentito dire. Vacui specchi senza nessuno davanti ad essi. Inutili nel ricordo di quello che hanno visto e riflettuto, ma non acquisito. Di questi tempi spuntano fuori personaggi capaci di creare manufatti senza conoscerne le materie prime, imbonitori subdoli in grado di ricreare goffamente progetti e filosofie che hanno in parte vissuto o letto sui rotocalchi specializzati spacciandole per luoghi sacri, per isole felici in cui trovare acqua in abbondanza, pesce e natura mite quando sono steppe consumate da chiunque o oasi di cartone fotocopiate da oasi vere. Piccoli esseri di fantozziana memoria che si muovono lungo le fila dell’arrivismo, della menzogna, della falsità di un sorriso che mentre accompagna la parola “amicizia” sottintende “tornaconto”.
Il nostro editoriale di oggi, con cui riprendiamo a camminare dopo le vacanze natalizie è un memento mori per chi vuole incrociare la nostra strada (non di questa redazione, ma di tutte le persone che si riconoscono in questo piccolo appunto nato dalle nostre riflessioni serali) pensando di gabbare con il politichese o una demagogia modernista le fatiche che sopportiamo per la nostra coerenza e onestà: noi non ci arrenderemo. Noi resisteremo. Noi vi combatteremo. Noi cercheremo di farvi cambiare e se non riusciremo torneremo a combattervi con più forza ancora. Noi non vi permetteremo di governare con la corona del giullare reami prosperi.
Noi siamo qui e vi aspettiamo con la nostra dignità, con le nostre qualità.
Immortali.
Buona scelta
IBD