L’Argentina chiude il girone a punteggio pieno, ancora una vittoria per completare la prima fase, ancora Messi. Due volte. Leo sa di non poter fallire e accetta il compito di Deus Ex Machina con una serenità devastante. Con questa gara si porta a quota quattro reti, il titolo di capocannoniere lo ingolosisce ma chissà se lo scatenato Neymar sarà d’accordo. I due si trovano insime in vetta alla classifica del gol. Missione compiuta per l’Albiceleste dunque, luci ma le ombre comunque non svaniscono perché la prestazione complessiva ancora una volta convince così così. Gara divertente a Porto Alegre, per vedere il primo gol bastano tre minuti di pazienza. Lo realizza, indovinate chi, bravi… Leo Messi. La Pulce mette nel sacco sulla ribattuta di Enyeama, che si è opposto alla conclusione di Di Maria con la cooperazione del palo.
Sempre vivace il giocatore del Real Madrid, la difesa nigeriana gli lascia però un varco troppo invitante. Le Super Aquile però oggi sono in salute, contropiede dopo appena un minuto, Babatunde dà a Musa, che parte dalla sinistra, si accentra e lascia partire un tiro a giro delizioso che finisce il proprio viaggio sul secondo palo. Quattro minuti, gara entusiasmante. Il ritmo c’è, Di Maria continua a crear pericoli, intorno alla mezz’ora Sergio Aguero accusa problemi fisici, Lavezzi lo sostituisce al 38esimo. Messi ha fame di gol, due tentativi su punizione: il primo impegna Enyeama ma sul secondo non c’è niente da fare. Una traiettoria morbida, che piede. Palla all’incrocio e Argentina al riposo avanti due a uno. Applausi
Al rientro in cambio Musa fa ancora il Mesai, il nigeriano entra con i tempi giusti nella difesa argentina, Romero battuto sul primo palo. Due a due. L’Argentina però si porta ancora avanti, per la terza volta, Rojo devia in rete sugli sviluppi di un corner. Babatunde si fa male a un braccio, forse frattura, anche lui è obbligato a lasciare il campo. Incontro che scorre via ora a ritmi più blandi, entrambe le squadre hanno ciò che vogliono e lo svantaggio dell’Iran mantiene tranquilli gli africani che comunque ci provano con Amrboso, Emenike e Onazi. Niente da fare, non si passa. Entrambe vanno agli ottavi di finale, l’Argentina però ha da registrare più di qualcosa, il gioco non è granché, la distanza tra i reparti spesso pare inadeguata e pare che il destino sia tutto in mano a Di Maria e Messi.