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Nigeria / Il movimento per l'indipendenza del Biafra c'è / Arresti a Enugu

Creato il 06 novembre 2012 da Marianna06

 

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Nella giornata di ieri sono stati arrestati, a Enugu, città sud-orientale della Nigeria, almeno cento persone che manifestavano a favore di una secessione, mai dismessa nella memoria, della repubblica del Biafra dal resto del Paese.

Dopo il conflitto civile,avvenuto negli anni tra il 1967 e il 1970, la parola “Biafra” o l’aggettivo “biafrano”  sono rimasti a casa nostra , nell’accezione corrente, sinonimi di condizioni  di vita di estremissima povertà.

E nelle turbolenze della Nigeria d’oggi  le cose per il Biafra, occorre dirlo con molta onestà,  non sono per altro affatto cambiate.

Personalmente, ogni tanto,  mi capita di rileggere i reportage giornalistici di Goffredo Parise,  lo scrittore veneto prematuramente scomparso, e vi ritrovo parecchie osservazioni centrate, che sono ancora di estrema attualità per le condizioni di chi  abita  attualmente in quella terra “difficile”.

Eppure sono trascorsi ben 42 anni da quando il mondo occidentale scoprì certi orrori.

La verità è che, se non si è coinvolti direttamente, si fa presto a dimenticare.

 E così è accaduto.

Per la Nigeria odierna si parla di Boko Haram e delle sue stragi e, soprattutto, del fondamentalismo islamico, che andrebbe inevitabilmente a minare i profitti delle multinazionali del petrolio, che “ingrassano” i pochi dentro e fuori il Paese.

 E il petrolio, si sa,  occorre e come all’Occidente.

Gli arrestati del corteo di Enugu appartengono al Movimento sionista del Biafra e sfilavano per ricordare l’anniversario di nascita dell’uomo che, a suo tempo,durante e dopo i noti fatti della guerra civile ne proclamò l’indipendenza.

Un’indipendenza mai riconosciuta dal potere centrale.

Mi riferisco al colonnello Odumegwu Ojukwu, guida della comunità igbo contro gli hausa,dominanti nel nord.

Una piccola osservazione a margine in proposito intendo, però, farla.

I conflitti tra differenti etnìe non sono originari della storia del continente africano. E questo lo sottolineo non certo per celebrare a tutti i costi il mito del “buon selvaggio”.

Quando la colonizzazione, militare prima ed economico-finanziaria dopo, ha fatto la sua parte, non potevano non nascere contrasti tra diversi gruppi etnici a seconda degli interessi  del padrone dell’ultima ora e del proprio schieramento.

 Questa è da sempre, infatti, la guerra tra poveri. E non è,  di certo, appannaggio esclusivo dell’Africa.

Se il padrone ti dà da mangiare e ti offre un riparo che l’altro non ha, scattano inevitabili certi meccanismi insiti nella natura umana.

Oltre al testo di Goffredo Parise, che suggerirei di cercare più in biblioteca che in libreria, per chi fosse in vena di saperne di più ci sono due libri recenti e interessanti, rispettivamente di Chinua Achebe  (è un libro di memorie) e di Chimamanda Ngozi Adichie.

Quest’ultimo è un romanzo (“Metà di un sole giallo”),da cui  a breve sarà trattoanche un film.

La metà del sole giallo è il simbolo, appunto,della bandiera dei secessionisti nigeriani del Biafra.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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