Nigeria-Italia /"Slaves no more"

Creato il 08 febbraio 2013 da Marianna06

In Nigeria non ci sono solo i fondamentalisti ribelli di Boko Haram, che fanno notizia sui “media”nel mondo o le multinazionali rapaci, inquinanti e assassine nella zona del Delta e, poi, la corruzione politica e no, ricca quasi sempre di imprevedibili  e sconvolgenti  risvolti nello stesso Paese.

Esiste quasi indisturbato e da sempre, accanto a tutto ciò, anche un preciso e puntuale traffico di esseri umani, di persone, di giovani donne vendute a opera di  loschi trafficanti ,pure in Italia, a chi costringendole a prostituirsi, ne possa eventualmente ricavare buoni profitti fino poi a gettarle via, dopo l’uso, proprio come accade con le classiche “scarpe vecchie”.

In poche parole mi riferisco a quelle ragazze, che vediamo lungo i viali delle nostre grandi città o nelle periferie urbane, le più squallide possibili, a qualunque ora del giorno o della notte, costrette a vendere il proprio corpo e che noi chiamiamo con una certa dose di semplicismo e superficialità,se non disprezzo(perché non ci riguarda), le”nigeriane”.

La “cosa” ha interessato e interessa da vent’anni a questa parte, invece, una donna “speciale”, suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata e attualmente responsabile dell’Ufficio “Tratta donne e minori” dell’Unione superiore maggiori d’Italia.

Occorre precisare,infatti,  che la tratta di donne e bambini in funzione dello sfruttamento sessuale non riguarda solo la Nigeria (che certo ha i “numeri” più alti”) ma tantissimi altri Paesi dell’Africa e non solo.

Suor Eugenia, negli ultimi tempi,  ha pensato bene di fondare  una nuova associazione per rendere ancora più efficiente ed efficace il “servizio” già esistente.

La nuova associazione s’intitola “Slaves no more onlus” e si propone la finalità di rafforzare la rete di collaborazione, in particolare tra Italia e Nigeria.

E perché ciò sia, “Slaves no more onlus” lavorerà in stretta collaborazione con la Conferenza delle religiose nigeriane, le quali, a loro volta, hanno creato in Nigeria un “Comitato per il sostegno della dignità della donna” (Cosudow) allo scopo di prevenire e lottare  contro il traffico ma, soprattutto per accompagnare chi ne è rimasta vittima in un processo di reinserimento socio-lavorativo.

Impegno complesso e difficile tanto in Nigeria quanto in Italia. Per il quale occorrono spalle “molto larghe” proprio come quelle di suor Eugenia Bonetti, che non si lascia fermare certo, quando si verifica, da qualche piccolo insuccesso.

 Semmai lo trasforma, grazie alla sua fede in Dio e negli uomini e  nelle donne di buona volontà, in sprone per proseguire e fare meglio e di più.

E noi, augurandole “ottimi” frutti nel raccolto, periodico e (speriamo) anche finale, siamo con lei.

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)