NIGHTFALL MOTEL: 2/12. Tortuga

Da Parolesemplici

Al Nightfall Motel lavoriamo in tre: io, Freddy Ciccione e Jerry. Il gestore del Motel passa solo a fine mese, controlla i registri e le ricevute. A lui ci pensa Freddy. Al gestore interessa solo che sia tutto a posto. Pensa lui a tutto il resto: fornitori, pulizie, rendiconto finanziario. Lui e il Ciccione hanno anche qualche affare extra, ma a me non importa.

Incontro Freddy Ciccione e Jerry solo durante il lavoro. Nei cambio turno. Non sanno che sono un vampiro. Non crederebbero mai che abbia trecentosessantadue anni. Ho la pelle molto pallida, ma sanno che lavoro di notte e di giorno dormo.

Freddy Ciccione ha una stanza al Motel come me. Ha il turno dopo pranzo, si sveglia sempre a mezzogiorno e si prepara per dare il cambio a Jerry.

Jerry vive con la madre nel paese vicino al casello dell’autostrada. Lo accompagna tutte le mattine alle quattro e mezza, facciamo due parole prima della fine del mio turno e poi io, prima del sorgere del sole, mi chiudo nella mia stanza. Jerry è buono, è un bambino mai cresciuto.

Per esistere non ho bisogno sangue. Se volessi mantenere un aspetto sempre giovane dovrei cibarmi di sangue e l’ho fatto per secoli. Ora non mi importa più. Il mio corpo senza sangue assume un colore molto pallido e perde peso fino al limite della magrezza estrema. Ma il sangue non mi serve per forza. Qui al Nightfall Motel mi sta bene apparire come un vecchio pallido, magrissimo e alto.

Sono diventato un vampiro nel 1681. Se mi cibassi di sangue potrei riavere le mie sembianze fisiche di allora. Avevo poco poiù di trent’anni e stavo a Tortuga con i Fratelli della Costa. Mi ero unito ai pirati da qualche anno, dopo aver lasciato il mio lavoro di mercante di schiavi. L’Isola di Tortuga era la nostra capitale, l’Isola dei pirati.

La notte che sono morto per diventare vampiro mi ero addormentato ubriaco in una stanza solitaria. Ma avrei potuto morire in qualsiasi altro momento. I Fratelli della Costa morivano ogni notte in risse da ubriachi. Oppure aggiustavano in punta di coltello torti subiti nei periodi di navigazione e assalti.

Quella notte la bufera arrivò dal mare sotto forma di una nave nera. Tutti dormivano, nessuno la vide. Io lo so perché l’ho vista nel mio ultimo sogno da mortale. Ha fatto ribollire di schiuma il mare ed è venuto fuori un mostro. Sembrava un serpente marino, schiumante di una schiera di diavoli. Mi ha raggiunto in un attimo e mi ha attaccato mentre mi svegliavo con il cuore in gola. Il mostro, il Maestro Vampiro che mi ha succhiato tutto il sangue, uccidendomi e rendendomi suo schiavo, mi ha battezzato con parole di fuoco: ‘io sono Leviathan, il tuo Maestro, adesso mi devi obbedienza, schiavo‘.

Mentre perdevo i sensi sentì dei rumori sguaiati provenire dalle stanze accanto. Erano i miei nuovi compagni, gli altri vampiri, gli schiavi del Maestro, che si cibavano del sangue degli altri pirati. Sibilavano. Sembravano un equipaggio che tocca terra dopo mesi di mare. Erano famelici, smisurati. Succhiavano un po’ di sangue da tutti, senza uccidere nessuno. Non servivano altri membri per allargare la schiera degli schiavi del Maestro. Nessuno oltre me divenne vampiro quella notte. Tutti i marinai aggrediti quella notte sopravvissero. Furono poi massacrati dai loro stessi compagni nel giro di pochi giorni. Si diffuse subito la notizia di un attacco di vampiri e tutti i sopravvissuti furono uccisi orribilmente perché si temeva sarebbero diventati vampiri a loro volta. Io lasciai Tortuga quella notte stessa. La nostra nave, nera come una nuvola in tempesta, riprese il largo prima che albeggiasse, immergendosi nelle profondità del mare profondo del Tropico del Cancro.

Continua Venerdì 12 Ottobre con ”3/12 Magia Sexualis