NightLight fa parte di quei filmetti horror in salsa teen che non vale la pena guardare. "Allora", vi chiederete, "che cosa ne parli a fare?" Perché ho notato, leggendo in giro prima della visione, che su questo film c'è un fraintendimento di fondo riguardante il "genere". Da molti scambiato per un mockumentary, NightLight però è semplicemente un film ripreso in soggettiva. "Semplicemente" per modo di dire, visto che l'idea di partenza è ottima: lo sguardo che ci conduce all'interno del film è quello della telecamera "esterna" che però ci da una visione dei fatti narrati "dall'interno". Un film in prima persona ma senza camere a spalla all'interno del film. L'occhio della telecamera coincide infatti con quello di una torcia e accompagna la protagonista della pellicola per gran parte della sua durata, saltando da un possessore all'altro in determinati momenti e, in un certo senso, mischiando le carte in tavola.
Cinque amici vanno nei boschi per "giocare" con la luce delle torce. Un bosco con una triste fama, quello di attirare nei suoi meandri aspiranti suicidi. Un bosco che la leggenda vuole infestato. Tra i cinque c'è Robin, che ha una cotta per Ben ma anche un triste passato con Ethan, sui vecchio amico dai tempi delle scuole medie.
Mentre guardavo questo film ho pensato subito: siamo dalle parti del plagio di The Blair Witch Project. Non che i due film abbiano qualcosa in comune al di là degli spiriti e dell'ambientazione (il bosco), ma in un certo senso la costruzione di questo NightLight ricorda molto quella del film cult di Myrick e Sanchez. Se però TBWP ha una ragione d'esistere che va al di là di motivi puramente cinematografici, NightLight è il classico film inutile sulla falsa riga dei teen horror anni '90 che sfrutta 'un'idea molto in voga e alla base di gran parte dei film horror anni 2000 (il mockumentary) per incuriosire lo spettatore e portarlo alla visione. Con attori scarsi che interpretano personaggi fastidiosi, carne da macello che non vedi l'ora che venga fatta a pezzi, una regia senza nulla da dichiarare, una sceneggiatura praticamente inesistenze e un comparto tecnico da brividi. Persino l'idea alla base dello stile di ripresa (ma non vi dico qual è per non fare spoiler) si perde in un non-sense che coincide con un'errata gestione dello spazio. Che poi è il bosco, il non-luogo per eccellenza che qui perde d'interesse divenendo un luogo vero e proprio, pieno di punti di riferimento e una geometrizzazione che ne riduce il potere catartico rendendolo l'ennesimo set su cui ambientare una carneficina.
Non c'è nulla che valga la pena salvare in NightLight. Neanche la presenza femminile è stata in grado di tenere alta la mia l'attenzione. E' vero, c'è una sorta di coerenza interna (che si perde nelle classiche dinamiche da film horror adolescenziale), non manca qualche scena interessante, ma il ricorso ai classici jump scare vanifica quanto fatto di buono, a sprazzi, dai due registi Scott Beck e Bryan Woods, che oltre a dirigere scrivono pur non essendone evidentemente capaci. E persino quando si arriva al clou in una bella casa infestata (che poi è una chiesa) non si può far altro che pregare che il film non svacchi ancora di più. Ma è inutile sperare tanto: ci si sono messi in due a vanificare qualunque idea alla base di NightLight, che finisce dritto dritto tra le cose più brutte dell'anno, forse persino del decennio. Ah, e vi ricordate quando vi ho detto che non si tratta di un mockumentary? E' vero, ma non si è persa l'occasione per inserire, anche in questo caso, un paio di scene in stile foud footage, all'inizio e alla fine. Scene, tra l'altro, completamente fuori contesto, inutili, che spiegano quel che sarebbe stato meglio far intuire durante tutto il film (che ci propone anche un bello spiegone centrale, sia mai che quei cerebrolesi di spettatori non capissero). Che per fortuna dura poco.