"Se gli intellettuali e gli artisti sono gli uomini più infelici (poichè in loro il divario tra desiderio e realtà acquista dimensioni tragiche), e se i Greci sono i più infelici tra tutti i popoli....allora, cosa c'è di peggio di un intellettuale greco?".
E' una delle tante domande che si pone Nikos Dimou, l'autore di "L'infelicità di essere Greci".
Si tratta di un libriccino di poco più di sessanta pagine, composto da aforismi concatenati tra di loro, con il quale l'autore tenta di spiegare il dramma dei Greci, stretti tra un passato glorioso che li ha visti padri della democrazia e del pensiero moderno ed un presente del tutto inadeguato rispetto ai fasti della Storia.
Ogni volta che un Greco si sofferma a paragonare il presente con il passato ne esce distrutto, poichè aumenta la sua consapevolezza di non potere essere, oggi, all'altezza di un'eredità così pesante.
E tuttavia l'autore non mostra indulgenza verso il suo popolo. Gli aforismi spesso fotografano in modo feroce i difetti dei Greci. Peccato che, leggendo, chi Greco non è si accorge che, nella maggior parte dei casi, si tratta di difetti che non sono appannaggio esclusivo dei Greci ma che, invece, riscontriamo anche in noi stessi, nel nostro popolo.
Scritto diversi anni or sono, il libro acquista particolare significato adesso che la Grecia è additata da tutti gli economisti benpensanti come il simbolo della bancarotta e della finanza allegra. Ma chi è senza peccato, scagli la prima pietra!
E' un'ottima lettura da completare prima di partire per la Grecia oppure da fare in riva al mare una volta arrivati, magari all'ombra di un ulivo.