Le mostre sulla cultura giapponese, che puntualmente l'associazione Yoshin Ryu organizza a Torino, non cessano mai di stupirmi e affascinarmi.
Questa volta propongono un itinerario di scoperta sulle bambole giapponesi: i riti, le superstizioni, ma anche gli scenari di vita quotidiana che queste hanno rappresentato per la cultura tradizionale di questo paese.
E' noto come le bambole e gli idoli facciano parte della cultura dell'uomo fin dalla preistoria.
In Giappone le credenze shintoiste non separano l'oggetto rituale dal gioco: ogni bambola conserva un'emanazione dello spirito dell'artista che le ha realizzate.
Attraverso la loro storia si può leggere l’evoluzione delle concezioni politiche e religiose del paese. Nelle oltre duecento tipologie esistenti si ritrovano le abilità artigianali e i materiali tipici delle varie regioni, dal legno al bambù, alla carta, alla porcellana fino all’avorio.
In Giappone al giorno d’oggi sono diffuse Scuole di ningyo anche nelle grandi metropoli industriali. La loro presenza è sufficiente a siglare amicizie, proteggere dal male e accompagnare nella crescita bambini e bambine, essendone anche fedeli compagne di giochi.
Se questa prima mostra espone le bambole tradizionali e si collega a quella dell'anno scorso sulle maschere del teatro No, presto ne inizierà una seconda, che si concentra sulle bambole meccaniche e il loro futuro.
Quindi, in attesa di completare il percorso culturale, potete visitare Ningyo a Palazzo Barolo, in Via delle Orfane, 7.
Intanto, vi consiglio di navigare il sito ufficiale della mostra e iscrivervi alla pagina facebook.