Nipoti adolescenti 2

Da Virginia Less

Rimango sul tema adolescenti, sempre attuale e impegnativo.

La maggioranza dei nonni (e spesso dei genitori) non nasconde di rimpiangere l’infanzia dei nipoti (figlioli). Le cure erano più costanti e minuziose, ma la situazione di solito più rilassata e gratificante.

I ragazzi, anche quando non presentano problemi di particolare gravità (come il mio protagonista che beve), assumono infatti comportamenti che spesso sconcertano e irritano gli adulti.

Tra i vari siti che se occupano trovo (http://www.psiche.roma.it/genitori_figli/1013.htm)

questo titolo appropriato: Come fai sbagli! E una serie di considerazioni molto condivisibili. Ne riprendo qualcuna (in corsivo).

L’adolescente fluttua fra momenti di indipendenza e di relativa maturità e altri di infantilismo capriccioso. Occorre che gli adulti lo tengano presente per agire con ponderazione.

Infatti: Se parlate al bambino che c’è ancora in lui, potrebbe criticarvi perché vi mostrate condiscendenti e non vi fidate di lui. Se lo trattate da adulto si può sentire incalzato e poco accudito.

Tutt’altro che facile, ma bisogna sempre porsi in maniera positiva nei confronti delle persone in crescita: sapere che gli adulti hanno fiducia in lui è per l’adolescente (…) una grande fonte di stabilità. (…) il bambino che hanno conosciuto fino a quel momento esiste ancora e rimarrà dentro alla nuova persona che si sta sviluppando.

Molti adolescenti, maschi e femmine, offrono di sé un’immagine tutt’altro che accattivante, sia fisica che comportamentale. Non dobbiamo certo approvare a prescindere: noi nonni, abbiamo in certo senso maggiore “libertà di parola” dei genitori. Facciamo però in modo da dimostrare comunque amicizia e considerazione. Cogliere la visione positiva che abbiamo di lui accrescerà l’autostima di nostro nipote e lo aiuterà a fare scelte sagge.

E se non condividiamo la severità con cui i genitori, cioè i nostri figli, trattano i nipoti adolescenti? L’articolo li mette in guardia: Una disciplina esagerata, un atteggiamento troppo moralistico rischiano di essere controproducenti perché generano spesso un’intima ribellione, un segreto disprezzo, la sottomissione risentita di chi subisce una prepotenza. Il rischio è quello di incoraggiare i figli senza volerlo,  verso atteggiamenti estremistici.

Come ho scritto altre volte, stiamo attenti a non travalicare il nostro ruolo. Possiamo cercare di renderci conto, ma di sicuro non sappiamo tutto quel che è noto ai genitori: una pacata conversazione con nostro figlio/figlia è tutto quel che possiamo permetterci.


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