Niù eig

Un'amica di mia mamma seguace di filosofie oriental-budd-olistico-newage sostiene che, fondamentalmente, tutte le malattie siano causate dai nostri stati d'animo, che si riversano sugli organi del nostro corpo, tipo: soffri di congiuntivite? c'è qualcosa che non vuoi vedere; problemi gastrointestinali? pensa a cosa non riesci a digerire, della tua vita. A seguire questa teoria, effettivamente, date le urlatacce nelle mie nove classi e i bocconi amari che le tre scuole mi hanno fatto ingoiare in questi mesi, il mio cavo orofaringeo ne ha ben donde, di essere incazzato. Molto incazzato, tanto che sabato mattina mi sono svegliata con due canotti al posto delle labbra e la bocca in fiamme. Credevo che il fine settimana mi portasse giovamento e invece ieri mattina non riuscivo quasi a parlare. Ho chiamato a scuola con voce impastata e sono filata dal medico che, dopo avermi fatto spalancare (a fatica) la fauci, è sobbalzato sulla sedia dicendomi: ma che cacchio di casino hai, qui dentro? Quindi mi ha riempito di antibiotici, antivirali, colluttori, antiinfiammatori in quantità e mi ha ordinato di starmene a casa minimo tre giorni. Minimo, ché col lavoro che fai, la bocca è sempre sotto stress – lo so, questa cosa dà adito a parecchie battute poco eleganti sulle mie abitudini, ma tant'è.
Comunque, girellando sul web, ho letto che – vox populi – tutto quello che succede in questo periodo è colpa di quel signore là, quello coi capelli bianchi e il sorriso gentile che ha vinto a Milano. Se è così, mi sembra un buon motivo per perdonargli anche le mie bolle sulla lingua. Ahia.